La Rivista | nº 06 Giugno 2021
Il tentativo di ritorno alla normalità e la ripresa post-pandemica. Lo sblocco dei licenziamenti e il contratto di rioccupazione
di Andrea Fiumi, consulente del lavoro
È “suonata la campanella dell’ultimo giro, ancora pochi metri e il traguardo è raggiunto”.
Si può definire così la data del 30 giugno 2021.
Entro fine mese, infatti, termina il divieto/blocco dei licenziamenti che da oltre 12 mesi viene sistematicamente prorogato a “colpi” di DPCM prima e di Decreti Legge poi.
Seppur la grave crisi economica determinata dalla pandemia da COVID-19 abbia colpito non solo il nostro Paese, ma il mondo intero segnando, a sua volta, la perdita pesantissima di numerosi posti di lavoro, la Commissione Europea si è espressa con un monito ai Paesi dell’Unione: il continuo posticipare il blocco dei licenziamenti, rappresenta una strategia “controproducente” all’adeguamento della forza lavoro nelle aziende.
Il 25 maggio è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 73/2021, il c.d. Decreto Sostegni bis, contenente (come gli analoghi provvedimenti precedenti) misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19 per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali.
In ambito giuslavoristico, erano fortemente attese le nuove disposizioni in materia di licenziamento, argomento sul quale il Governo è intervenuto a più riprese a partire dallo scoppio dell’emergenza pandemica.
L’ultimo intervento normativo introduce cambiamenti in materia di divieto di licenziamento, in particolare ipotizza blocchi parziali a seconda della tipologia di ammortizzatore sociale alla quale l’azienda ha diritto ad accedere.
Fino al 30 giugno 2021 resta il divieto di licenziamento generalizzato per tutte le aziende. Per la fase successiva a questa data sono state pensate soluzioni alternative, con l’eliminazione della cosiddetta “CIG COVID-19” prevista dal Decreto Cura Italia (D.L. 18/2020) e in seguito prorogata durante la pandemia. In particolare, il blocco dei licenziamenti, a partire dal 1° luglio 2021, permarrà unicamente in relazione all’utilizzo degli ammortizzatori sociali da parte delle aziende.