La Rivista | nº 02 Febbraio 2022
Le società semplici facilitano la gestione patrimoniale, ma... per quanto ancora?
di Pierluigi Lami, tributarista
Da sempre la società semplice è stata considerata lo strumento maggiormente idoneo alla gestione dei patrimoni immobiliari familiari a causa del suo modello particolarmente duttile che, per raggiungere il solo scopo di ricavare utili o di gestire in modo statico i beni comuni, non richiede coordinamenti di mezzi né organizzazioni tali da comportare un’elaborata architettura societaria.
La sua “semplice” conduzione, che preclude lo svolgimento di un’attività d’impresa o commerciale, le consente di adottare il regime fiscale proprio delle persone fisiche non imprenditori, in base al quale:
- non è prevista l’assoggettabilità alla disciplina IVA;
- è prevista l’esenzione dell’imposizione fiscale sulle plusvalenze determinate sulla vendita di immobili (tranne i terreni edificabili) detenuti da più di cinque anni;
- viene adottata la tassazione per trasparenza;
- non è prevista l’assoggettabilità all’IRAP;
- non si applicano le disposizioni in tema di società di comodo;
- non si applicano gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale.