Il Governo fa un cambio di rotta sull’applicazione del regime forfettario: anche per il 2020, infatti, sembra che sarà confermata la tassazione agevolata per le partite IVA.
Nella prima stesura del documento programmatico di Bilancio, il Governo aveva espresso la volontà di eliminare l’aliquota vantaggiosa del 15% in luogo di un regime analitico applicabile anche ai soggetti autonomi di dimensioni più piccole.
Inizialmente, infatti, si era parlato di eliminare il prelievo agevolato per i redditi compresi tra 65.000 e 100.000 euro e si annunciava un ritorno al “regime dei minimi”, con regime analitico per determinare il reddito.
Ora, mentre è certa l’abrogazione del regime della c.d. flat tax per i contribuenti con ricavi o compensi compresi tra i 65.000 e i 100.000 euro, sembra esservi una brusca frenata sulle sorti del regime per i soggetti con ricevi inferiori a 65.000 euro.
Chi può accedere oggi al regime dei forfettari?
Sulla base delle disposizioni della Legge di Bilancio 2019, il requisito per rientrare in questa tipologia di regime è il limite dei 65.000 euro dei ricavi e dei compensi annuali. Entro questa soglia, possono far richiesta per questo regime agevolato i soggetti che:
- iniziano ex novo un’attività e prevedono di ottenere ricavi non superiori alla soglia dei 65.000 euro;
- già esercitano e che, nell’anno precedente rispetto alla richiesta di rientrare nel regime forfettario, non abbiano conseguito guadagni superiori a quel limite;
- svolgono attività con codici ATECO diversi e che hanno guadagni inferiori al limite previsto, considerando la somma dei compensi ottenuti da tutte le attività svolte.
Non possono avere accesso al regime forfettario:
- le persone fisiche che godono del regime forfettario per determinare il proprio reddito o sono in regimi IVA speciali;
- i soggetti non residenti in Italia (fatta eccezione per i residenti in Stati dell’UE che producono almeno il 75% del loro reddito in Italia);
- i soggetti che svolgono soprattutto attività di cessione di fabbricati, mezzi di trasporto nuovi o terreni destinati a essere edificati;
- i soggetti che partecipano in contemporanea a società di persone, imprese familiari o associazioni di professionisti;
- le persone fisiche la cui maggior parte del lavoro è svolta per datori con cui avevano rapporti nei precedenti due periodi d’imposta o per soggetti riconducibili comunque a tali datori di lavoro.
Come si calcolano i redditi?
Per determinare la base imponibile dell’imposta è necessario applicare il coefficiente di redditività della propria attività (dal 40% al 78%) all’ammontare dei compensi ottenuti. Si potranno poi dedurre i contributi obbligatori e, al reddito ottenuto, si applica l’imposta del 15% che sostituisce IRAP, imposta sui redditi, addizionali comunali e regionali.
Si ricorda che è possibile ottenere ulteriori riduzioni dell’imposta dal 15% al 5% nel primo quinquennio di attività, ma solo se:
- nel triennio precedente non sono state esercitate attività artistiche, professionali o d’impresa, anche in forma associata o familiare;
- il lavoro svolto non è prosecuzione di attività già svolte in forma di lavoro autonomo o da dipendente;
- si prosegue un’attività che era stata svolta da un altro e il totale dei compensi dell’anno d’imposta passato supera il limite economico stabilito dalla legge.
Le novità in arrivo con la nuova Legge di Bilancio
Dalla lettura delle bozze della Legge di Bilancio sembra quasi certa l’introduzione di una soglia di 20.000 euro lordi per le spese sostenute per lavoro dipendente o accessorio. Nel limite dovrebbero comprendersi anche le somme erogate per i compensi per collaborazioni legate a progetti e le somme erogate sotto forma di utili da partecipazione agli associati e le prestazioni dei familiari dell’imprenditore.
Dovrebbe inoltre ritornare tra le cause di esclusione dal regime forfettario il limite di 30.000 euro per i redditi di lavoro dipendente percepiti nell’anno prevedente.
Invece, non è chiara la sorte del limite per i beni strumentali a 20.000 euro che, per il momento, sembra non venga introdotto.
Si dovrà comunque attendere il testo definitivo della Legge di Bilancio 2020 per poter chiarire gli aspetti relativi ai requisiti per accedere o mantenere, anche per il prossimo anno, il regime forfettario.
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