Ieri, sul sito del Fondo di Garanzia e sul sito del MISE, è stato pubblicato il modulo per la richiesta della garanzia statale, da inviare alle banche o ai consorzi fidi, per avviare le procedure di affidamento con garanzia del 100% su prestiti fino ad un massimo di 25.000 euro.
Anche se si tratta di un “mini credito”, le imprese hanno preso d’assalto i siti, in quanto vi è il timore che le risorse destinate non siano sufficienti.
I prestiti fino a 25.000 euro
L’accesso ai prestiti bancari garantiti al 100% dallo Stato, fino a 25.000 euro e, comunque, non oltre il 25% dei ricavi indicati nell’ultimo bilancio, è previsto per le piccole medie imprese, le persone fisiche, gli esercenti arti e professioni.
Per i “mini prestiti”, la garanzia dello Stato è automatica, senza valutazione del Fondo.
Per ottenere liquidità, le imprese devono ottenere prestiti dalle banche, le quali non hanno l’obbligo di concedere finanziamenti e potrebbero comunque effettuare una loro istruttoria.
La garanzia del Fondo si applica a finanziamenti fino a sei anni, i quali devono prevedere l’inizio del rimborso del capitale non prima di ventiquattro mesi dall’erogazione.
Il tasso non deve essere superiore a quello di rendistato (da quattro anni e sette mesi a sei anni e sei mesi), a cui va aggiunto uno spread dello 0,2%; pertanto i tassi dei finanziamenti si aggireranno intorno al 1,2%.
I finanziamenti potranno quindi essere erogati senza attendere l’esito dell’istruttoria del Fondo, con la sola verifica formale dei requisiti.
I finanziamenti non devono essere utilizzati per la gestione di affidamenti già concessi. Deve trattarsi di nuovi finanziamenti che, in base al Decreto, sono presunti tali se, ad esito della concessione del finanziamento coperto da garanzia, l’ammontare complessivo delle esposizioni del soggetto finanziatore, nei confronti dell’impresa finanziata, risulta superiore a quello presente prima dell’entrata in vigore del provvedimento.
Il modulo
Il modulo da presentare al soggetto richiedente del Fondo di Garanzia (Banca, CONFIDI) potrà essere trasmesso anche mediante posta elettronica non certificata.
Tra le dichiarazioni da riportare nel modulo, oltre agli aspetti dimensionali, tenendo conto anche del caso di imprese associate e collegate, è richiesta l’indicazione degli aiuti di Stato di cui l’impresa ha beneficiato ed i riferimenti dell’amministrazione che li ha concessi.
Le imprese devono dichiarare di non essere destinatarie di provvedimenti giudiziari per i quali si applicano le sanzioni amministrative di cui all’art. 9, comma 2, lett. d) del D.Lgs. n. 231/2001.
Inoltre, le imprese devono accettare il diritto di rivalsa del Fondo, nei loro confronti, a seguito della liquidazione della perdita, al soggetto finanziatore ed impegnarsi a trasmettere tutta la documentazione necessaria per effettuare i necessari controlli, accettando anche l’effettuazione di controlli in ogni momento e senza limitazioni, presso le proprie sedi da parte del Gestore del Fondo.
Le risorse
Il Consiglio di Gestione del Fondo di Garanzia, riunitosi nella giornata di ieri, prevede di ricevere le prime domande dalle banche già dalla prossima settimana. Il timore è che le risorse stanziate (1,7 miliardi di euro) non siano sufficienti per fornire tutte le garanzie che saranno richieste al Fondo.
Nonostante le affermazioni del Ministro dell’Agricoltura, ad oggi, le imprese agricole non possono avvalersi del Fondo di Garanzia, ma possono beneficiare solo delle garanzie dei CONFIDI Agricoli che, essendo presenti frammentariamente e solo a livello locale, non possono far fronte alle esigenze attuali delle imprese del settore.
Si confida in un emendamento al “Cura Italia” che consenta anche alle imprese agricole di disporre di un sistema di garanzie adeguato e, quantomeno, in grado di coprire l’intero territorio nazionale.
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