Presto potremmo assistere all’aumento delle imposte sull’eredità e sulle donazioni. Tali ritocchi paiono molto probabili e potrebbero già arrivare entro la fine dell’anno. In tal senso, infatti, è già stata presentata in Parlamento una proposta di legge qualche mese fa.
Dall’abrogazione delle esenzioni previste per le donazioni dei titoli di Stato e per i trasferimenti dai genitori ai figli, alla riduzione delle franchigie, fino all’aumento delle aliquote per le imposte di donazione e di successione: questi sono alcuni degli aspetti che potrebbero essere oggetto di modifica legislativa.
Se tale riforma dovesse essere confermata, ci si troverebbe davanti ad un significativo aggravio di costi nell’ambito del passaggio generazionale di alcuni beni: pertanto, pare opportuno prendere in considerazione la possibilità di anticipare tale passaggio, riducendo così il carico fiscale.
Lo strumento più idoneo ai fini sopra descritti, nonché quello più utilizzato, specialmente per quanto riguarda i beni immobili, è la donazione con riserva di usufrutto vitalizio.
Tale istituto risulta, ad oggi, particolarmente conveniente, in quanto il regime fiscale previsto per la donazione in linea retta tra genitori e figli prevede una franchigia di un milione di euro per ciascun erede o donatario. Per una donazione o una successione di tale valore, quindi non è previsto il pagamento di alcun importo a titolo di imposta.
Presto, però, tale soglia di esenzione potrebbe essere ridotta. Occorre quindi farsi trovare pronti: tale riduzione non potrà operare infatti per le donazioni già avvenute, quanto, piuttosto, sulla futura successione dei beni rimasti nella proprietà del donante.
Anche per i passaggi di beni di valore superiore alla franchigia di un milione di euro, oggi l’imposta di successione e donazione ha un’aliquota del 4%. Se la proposta di legge citata inizialmente andasse in porto, tale percentuale aumenterebbe fino all’8%, se non al 10%.
Pertanto, anche con riferimento a beni o complessi di beni di valore maggiore rispetto a quello previsto dalle soglie di esenzione, pare conveniente valutare già oggi il passaggio della proprietà tramite donazione. Infatti, l’imposta che si pagherebbe oggi con l’aliquota del 4%, dovrebbe essere senza dubbio inferiore rispetto a quella che si dovrebbe versare dopo la possibile riforma.
Lo strumento sopracitato della donazione con riserva di usufrutto vitalizio, peraltro, permette un’ulteriore risparmio dal punto di vista fiscale: infatti, le imposte non si applicano sull’intero valore del bene donato, ma soltanto su una sua percentuale dipendente dall’età del donante-usufruttuario.
Per quanto concerne i beni immobili, inoltre, giova sottolineare che per le imposte calcolate sul valore catastale, tale valore è ad oggi molto più basso rispetto al valore reale. La ventilata riforma del catasto e la certa rivalutazione delle rendite, rendono facilmente prevedibile un incremento dei valori catastali per riavvicinarli agli attuali valori di mercato.
Breve menzione va fatta anche per le partecipazioni sociali: anche per tali beni sarebbe opportuno valutare il passaggio generazionale tra vivi, cercando di anticipare la probabile riforma, utilizzando lo strumento più idoneo alle esigenza dei soggetti parte di tale operazione.
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