Con la Nota 4639 del 2 luglio scorso[1], l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) è tornato ad occuparsi dei rischi a cui sono esposti i lavoratori a causa delle condizioni microclimatiche che caratterizzano la stagione estiva.
Proprio per prevenire il rischio da stress termico l’INL, con la Nota 4639, ha sollecitato le proprie strutture territoriali ad un’azione di sensibilizzazione delle attività a maggior rischio, intensificando anche i controlli.
Tra le attività maggiormente soggette all’esposizione dei lavoratori alla calura estiva l’Istituto ha ritenuto focalizzare l’attenzione sui cantieri edili e stradali, l’agricoltura e il florovivaismo.
Valutazione del rischio termico e tutela dei lavoratori
In base all’articolo 181 del D.L. 81/2008, il datore di lavoro ha il dovere di valutare tutti i rischi derivanti dall’esposizione dei lavoratori ad agenti fisici, adottando le opportune misure di prevenzione e protezione.
Tra gli agenti fisici di cui il datore di lavoro deve tener conto, ai sensi del precedente articolo 180, vi è appunto anche il microclima dell’ambiente (interno o all’aperto) ove il personale opera.
L’esposizione prolungata alle alte temperature dei lavoratori deve quindi essere oggetto di particolare attenzione da parte del datore di lavoro, al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori. L’analisi e la valutazione del rischio da stress microclimatico deve essere effettuata tenendo conto anche delle indicazioni del medico competente e del programma di sorveglianza da lui stesso redatto, nonché delle indicazioni del Ministero della Salute.
La Nota dell’INL richiama anche il Messaggio INPS n. 1856 del 3 maggio 2017, con il quale si ammetteva la cassa integrazione ordinaria in presenza di temperature (anche solo percepite) superiori ai 35°, tali da impedire l’attività lavorativa nei luoghi in cui non è possibile ripararsi dal sole.
Al fine di prevenire l’avvio di attività lavorative in presenza di temperature percepite superiori a 35°, il datore di lavoro può utilizzare bollettini meteo diffusi dal sito www.salute.gov/caldo.
Una guida per i lavoratori ed i datori di lavoro
Sulla prevenzione dei rischi dovuti allo svolgimento di attività lavorative in ambienti con elevate temperature, l’INAIL ha pubblicato una guida (Estate sicura - caldo e lavoro) in cui ne evidenzia gli effetti sulla termoregolazione degli individui.
Tra i fattori di rischio correlati con il luogo di lavoro che aumentano il rischio di evento avverso si segnalano:
- il lavoro con esposizione diretta al sole;
- scarso consumo di liquidi/impossibilità di procurarsi da bere;
- lavoro fisico pesante;
- ritmo di lavoro intenso;
- pause di recupero insufficienti;
- abbigliamento protettivo pesante o equipaggiamento ingombrante.
La guida fornisce indicazioni sia ai lavoratori che ai datori di lavoro utili alla prevenzione e riduzione dei rischi da colpi di calore.
Per i lavoratori si sottolinea l’importanza di:
- prevenire la disidratazione (avere acqua fresca a disposizione e bere regolarmente, a prescindere dallo stimolo della sete; durante una moderata attività in condizioni moderatamente calde bere circa un bicchiere ogni 15-20 minuti);
- indossare abiti leggeri di cotone, traspiranti, di colore chiaro, comodi, adoperando un copricapo (non lavorare a pelle nuda);
- rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca;
- informarsi sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle procedure di emergenza;
- lavorare nelle zone meno esposte al sole;
- ridurre il ritmo di lavoro anche attraverso l’utilizzo di ausili meccanici;
- fare interruzioni e riposarsi in luoghi freschi;
- evitare di lavorare da soli.
Indicazioni per i datori di lavoro:
- consultare il bollettino di previsione e allarme per la propria città (sito di riferimento: http://www.salute.gov/caldo);
- nei giorni a elevato rischio ridurre l’attività lavorativa nelle ore più calde (dalle 14.00 alle 17:00) e programmare le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata;
- garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro;
- inserire un programma di acclimatamento graduale e prevedere un programma di turnazione per limitare l’esposizione dei lavoratori;
- aumentare la frequenza delle pause di recupero, invitare i lavoratori a rispettarle;
- ove possibile, mettere a disposizione dei lavoratori luoghi climatizzati in cui trascorrere le pause di interruzione del lavoro;
- mettere a disposizione idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) e indumenti protettivi;
- prima dell’estate informare e formare i lavoratori sui rischi correlati al caldo;
- promuovere un reciproco controllo tra lavoratori.
[1] Nota non ancora pubblicata.
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