La Rivista | nº 01 Gennaio 2019
I plusvalori emergenti nella cessione d’azienda agricola – l’avviamento
di Guido Bianchi, esperto di fiscalità agraria
La cessione d’azienda agricola non è una tipologia contrattuale molto frequente, a differenza del commercio ove invece è assai diffusa.
La sua scarsa diffusione è da rivenire, con tutta probabilità, a diversi fattori, non ultimo nel sistema agevolativo che ha accompagnato lo sviluppo della proprietà coltivatrice in Italia.
Lo sviluppo dell’agricoltura fin dall’immediato dopo guerra si è identificata (per molto tempo) con la politica fondiaria, nel tentativo di superare innanzitutto il latifondo e poi di stabilire più equi rapporti nelle campagne, ove predominavano la mezzadria e la colonia. La politica agraria postbellica individuò quindi nella piccola proprietà contadina e nella famiglia coltivatrice lo strumento dello sviluppo. E così è stato.
In parallelo alla riforma fondiaria e alla costituzione della Cassa per la formazione della piccola proprietà contadina sono state emanate norme che incentivano, sia con agevolazioni creditizie che fiscali, e l’acquisto dei terreni e relative pertinenze da parte di coltivatori diretti. Prima il decreto legislativo n. 114/1948 e la successiva legge n. 604/1954 sono stati gli strumenti legislativi per la concessione di agevolazioni fiscali per la compravendita di “fondi rustici”. Norme agevolative che hanno attraversato, pressoché intatte, oltre 50 anni di storia repubblicana. Al Piano Verde, strumento di programmazione quinquennale,fu invece affidato il sostegno creditizio, con la concessione di mutui a tasso agevolato per l’acquisto di fondi rustici.
Altro importante strumento di politica fondiaria è stata la legge n.590/65, che ha previsto la concessione di mutui quarantennali a favore di mezzadri, coloni, affittuari coltivatori diretti per l’acquisto di fondi rustici. Contemporaneamente veniva introdotto il diritto di prelazione dell’affittuario coltivatore diretto o mezzadro o colono in caso di trasferimento a titolo oneroso di fondi rustici. Diritto poi allargato con la legge n. 817/1971 al coltivatore proprietario per i fondi confinanti.
La legge n. 36/1977 ha previsto agevolazioni fiscali per gli atti traslativi a titolo oneroso di terreni agricoli e relative pertinenze a favore degli imprenditori agricolo a titolo principale.