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La Corte di Cassazione, con la Sent. n. 15807 del 27 luglio 2015, ha confermato la sempre maggiore libertà dell’Amministrazione Finanziaria di analizzare i contenuti e le movimentazioni dei conti correnti dei contribuenti.
La vicenda riguarda il necessario rispetto di talune formalità da parte dei verificatori in occasione della richiesta di dati ed informazioni agli istituti di credito presso i quali il contribuente intrattiene rapporti di natura finanziaria.
Nel caso di specie, la CTR Lazio aveva accolto l’appello presentato dal contribuente che lamentava la nullità dell’avviso di accertamento in quanto non recante la copia dell’autorizzazione della Direzione Regionale delle Entrate e la motivazione delle avviate indagini finanziarie.
La Suprema Corte, nella sentenza sopra richiamata, accogliendo il ricorso presentato dall’Agenzia delle Entrate, ha affermato come sia ormai consolidato un orientamento palesemente contrario, fondato sui seguenti principi:
Alla luce dei principi richiamati, si desume chiaramente l’intento di rendere sempre più trasparenti e verificabili le operazioni bancarie dei contribuenti che dovranno prestare la massima attenzione nella gestione delle movimentazioni finanziarie.