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Novità in arrivo per il settore lattiero-caseario. Nei giorni scorsi, infatti, è stato inviato a Bruxelles lo schema di decreto che introdurrà l’obbligo di indicazione in etichetta dell’origine del latte e dei suoi derivati in Italia.
Nella sua forma attuale, il decreto prevede che tutti i latticini dovranno avere tracciata l’origine della materia prima in etichetta. Dovranno essere indicate le diciture “Paese di mungitura”, “Paese di confezionamento” e “Paese di trasformazione”. Tale tripartizione consentirà di comprendere in maniera precisa non solo la provenienza ma anche tutti i passaggi a cui il prodotto verrà sottoposto.
Qualora il latte, sia quello consumato che quello utilizzato come ingrediente, sia stato munto, confezionato e trasformato nello stesso Paese, l’obbligo dell’indicazione potrà essere assolto, ad esempio, con l’utilizzo della dicitura “Origine del latte: ITALIA”.
Il Paese di mungitura del latte dovrà sempre essere espressamente indicato, mentre per quanto riguarda confezionamento e trasformazione, se svolti in Paesi diversi dall’Italia, potranno essere utilizzate le diciture “Origine del latte: Paesi UE”, “Origine del latte: Paesi non UE” o “Origine del latte: Paesi UE e Paesi non UE”.
Da tali obblighi informativi sono esclusi tutti i prodotti DOP e IGP, i quali presentano già disciplinari molto precisi circa l’origine e la qualità del latte, che viene già tracciato.
Tale operazione di maggiore controllo circa la provenienza del latte ha una duplice funzione: da un lato, quella di assecondare il mercato dei consumatori (i quali hanno dichiarato di essere disposti a spendere dal 5 al 20% in più per prodotti certificati italiani); dall’altro, invece, si tratta di un ulteriore intervento volto a rilanciare un settore dell’agricoltura in grande difficoltà.
Per sostenere il lattiero-caseario, il Ministero ha già stanziato oltre 120 milioni di euro, di cui parte destinati alla copertura del minor gettito causato dall’aumento delle percentuali di compensazione IVA; una parte necessari a ristrutturare i debiti degli allevatori e potenziare le moratorie sui mutui. Oggetto di specifici investimenti sono anche l’acquisto di latte e la trasformazione per destinarlo agli indigenti, nonché l’utilizzo di 25 milioni di euro di origine comunitaria utilizzati per il sostegno diretto dei produttori.