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Nel mese di settembre del 2015 pubblicammo un articolo dal titolo la“La dura legge del web”.
Oggi, a distanza di soli due anni, vogliamo riprendere l’argomento, dovendo constatare che le nostre previsioni non erano del tutto azzardate.
Prendiamo ad esempio il sistema bancario: l’Irlanda ha concesso a Facebook tutte le autorizzazioni necessarie per operare come un istituto bancario di pagamento.
Quindi, basterà avere un conto su Facebook per poter incassare ed effettuare pagamenti con un semplice cellulare.
Di fronte ad una simile novità, per le banche tradizionali o comunque quelle che non sapranno accusare il colpo tramite servizi alternativi, i problemi che hanno dovuto affrontare fino ad oggi con i tagli sul personale e sulle agenzie, sembreranno semplici carezze.
La capillarità e la presenza di Facebook nella vita quotidiana, il suo incessante proliferare derivante dal continuo allargamento degli utenti, farà in modo di trasferire gradatamente sui social network tutte le principali funzioni quotidiane precedentemente demandate ad un sistema bancario tradizionale sempre più in difficoltà (è di oggi la notizia della mastodontica ricapitalizzazione da 13 miliardi di euro di UNICREDIT).
Inoltre, la mole di dati detenuta dal colosso dei social network potrebbe essere utilizzata anche per ottenere un numero sempre maggiore di informazioni sul cliente, informazioni che potrebbero essere utilizzate tanto per adattare i servizi alle sue esigenze, che per controllarne l’affidabilità, che dal punto di vista commerciale
Inoltre, Google, Apple e chissà tanti altri, secondo voi staranno alla finestra?
Ma non è finita qui.
Pochi giorni fa, i 40mila tabaccai legati a Sisalpay hanno annunciato di essere diventati totalmente operativi per effettuare pagamenti nei confronti della pubblica amministrazione.
Di questo passo, alle banche tradizionali forse resterà il compito di erogare servizi finanziari complessi come la gestione del risparmio e la finanza aziendale: si tratta di attività molto rischiose, ma soprattutto altamente professionali e quindi bisognose di collaboratori qualificati, abili, esperti e preparati.
Sulla base di questo scenario, se oggi nel mondo ci sono 20mila banche analogiche, detta con le parole di Ennio Doris, fondatore di Mediolanum, fra dieci anni ce ne saranno 100, forse 200.
Pertanto, con questa logica, se oggi in Italia ci sono 600 banche, fra dieci anni quante saranno sopravvissute?
Questi, secondo noi, sono gli scenari con cui il sistema bancario dovrebbe confrontarsi oggi, sia per ragionare in termini di organico sia per riscrivere le strategie.
Queste, secondo noi, sono le regole con cui chiunque voglia continuare a fare impresa deve confrontarsi, in quanto non sarà più possibile prevedere strategie aziendali senza aver inserito costi per l’innovazione e lo sviluppo tecnologico.
Queste, secondo noi, sono le nuove sfide dell’agricoltura che, detta con le parole del Prof. Angelo Frascarelli, dovrà avere imprenditori meno seduti sul trattore e più con la penna in mano.