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La dinamica della gestione aziendale porta le società a confrontarsi periodicamente, durante la loro esistenza, con accadimenti straordinari che ne alterano l’operatività, le strutture e persino le forme giuridiche. La scissione rappresenta una tipica operazione societaria che ben può annoverarsi fra tali accadimenti e che, nel tempo, anche grazie alla complessiva evoluzione sia economica che tecnico-professionale, ha visto un sempre più massivo utilizzo non solo nell’ambito dei gruppi societari ma anche in realtà di dimensioni sempre più piccole (piccole e micro imprese) nonché in settori, quali per esempio quello agricolo, in precedenza molto più impermeabili a tali operazioni.
Proprio l’accresciuto utilizzo e la diffusione in nuovi ambiti, rende necessario fare il punto su diversi aspetti in cui l’operazione di scissione può declinarsi quando le società che la pongono in essere, o vi partecipano, assumono la forma giuridica di società semplice focalizzando l’attenzione, nel presente lavoro, sugli aspetti riguardanti l’elusività e la fiscalità (neutralità) dell’operazione.
Preliminarmente giova rammentare che la scissione è l’operazione con la quale una società (definita “scissa”) trasferisce in parte o l’intero suo patrimonio, attivo e passivo, a una o più società (definite “beneficiarie”), preesistenti o di nuova costituzione, mediante attribuzione ai soci della scissa di azioni o quote della/e società beneficiaria/e.
La scissione può essere:
In entrambi i casi può aversi una scissione:
Infine, la scissione può essere, in tutte le variabili precedentemente esaminate: