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A seguito dell’accordo tra il Governo e i sindaci, sono al vaglio importanti novità in relazione alla fiscalità italiana per la tassazione degli immobili. I nuovi provvedimenti dovrebbero regalare qualche sollievo, anche se ancora destano molte preoccupazioni.
Si prevede che la nuova “tassa locale” per gli immobili abitativi sia una via dimezzo tra l’Imu che colpisce le abitazioni più grandi e la Tasi, che invece colpisce gli appartamenti medio-piccoli. Per quanto riguarda gli altri immobili, la tassa locale mette in campo possibili rincari, che nel caso di capannoni, uffici, negozi ed immobili ad uso strumentale, potrebbero essere attenuati da una deducibilità più generosa, che passa dal 20 al 30%.
Per quanto riguarda l’abitazione principale, l’aliquota massima si ipotizza possa essere quella del 2,5‰, con la possibilità di innalzarla fino al 5‰; sarà accompagnata da una detrazione fissa di 100 Euro, senza ulteriori sconti per i figli a carico (i Comuni potranno prevedere riduzioni di questo tipo).
Al fine di poter valutare la nuova tassa, occorre ricordare che per la Tassi l’aliquota era dell’1‰, ma quella effettiva alla quale sono stati sottoposti i contribuenti era del 2‰, mentre le detrazioni sono state adottate solamente dal 30% dei comuni, limitatamente alle fasce di reddito più basse o singole categorie catastali.
Con l’introduzione di uno sconto fisso, la tassa locale al 2,5‰ torna ad azzerare l’imposta per una gran parte delle abitazioni, già esentate in passato da Ici e Imu. L’esenzione riguarderà quelle abitazioni che hanno una rendita catastale fino a 267 Euro, ad oggi coinvolte nella Tasi.
Con un tetto del 5‰ la tassa locale può far salire il conto rispetto alla Tasi minima del 2014 in modo proporzionale alla rendita: per la rendita di 238 Euro la nuova tassa non potrà superare la Tasi 2,5‰, ma con 350 Euro di rendita si passerà da 147 a 194 Euro, per una rendita di 600 Euro l’incremento sale al 60% fino ad arrivare all’88% per le abitazioni con rendita di 2.000 Euro.
Per gli altri immobili, l’aliquota standard proposta dal Governo è dell’8,5‰, praticamente come quella di Imu e Tasi per il 2014, ma la soglia massima sarà del 12‰, a discapito del 10,6 previsto in precedenza.
Nel caso degli immobili strumentali, la deducibilità dalle imposte sul reddito dovrebbe essere del 30%, innalzato rispetto all’Imu (20%) ma più basso se relazionato alla Tasi (100%).
Tale manovra, se attuata, dipenderà dalle aliquote del 2014 : nei Comuni, il 50% della totalità, dove la Tasi sui capannoni non è stata applicata, l’effetto sarebbe migliorativo, riportando gli sconti al livello del 2013. Negli altri casi dipenderà dalla distribuzione fra Imu (largamente utilizzata) e la Tasi registrata nell’anno.