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Il governo, con il consiglio dei Ministri straordinario di oggi, ha approvato il decreto legge contenente misure urgenti in materia di esenzione IMU che va a ridefinire i parametri precedentemente fissati, ampliandone la platea.
Il decreto che inizialmente doveva produrre i propri effetti solo a partire dal 2015, sarà applicabile anche all’anno 2014.
Il testo del provvedimento stabilisce che l'esenzione dall'imposta municipale propria (IMU) si applica:
• ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, ubicati nei Comuni classificati come totalmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat;
• ai terreni agricoli, nonché a quelli non coltivati, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo del 29 marzo 2004 n. 99, iscritti nella previdenza agricola, ubicati nei Comuni classificati come parzialmente montani, come riportato dall'elenco dei Comuni italiani predisposto dall'Istat.
Come sopra già evidenziato tali criteri si applicano anche all'anno di imposta 2014 e viene precisato che per tale periodo di imposta non è comunque dovuta l'IMU per quei terreni che erano già esenti in virtù del decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, di concerto con i Ministri delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e dell'Interno, del 28 novembre 2014 (quello che individuava le tre fasce altimetriche) e che invece risultano imponibili per effetto dell'applicazione dei criteri sopra elencati. I contribuenti, che non rientrano nei parametri per l'esenzione, verseranno l'imposta entro il 10 febbraio 2015.
Ricordiamo che il Tar Lazio, nella camera di consiglio di mercoledì, aveva deciso di non confermare la prima sospensiva decisa per decreto dal presidente dello stesso Tar due giorni prima di Natale.
Rimane però in campo una seconda sospensiva, adottata sempre con decreto presidenziale dal Tar Lazio, che sarà discussa in camera di consiglio il 4 febbraio, cioè dopo la scadenza di pagamento in calendario il 26 gennaio.
Scadenza che, proprio in virtù del secondo decreto rimarrebbe di fatto congelata.
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