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Qualche giorno fa l’Euribor a un mese, il tasso al quale sono legati molti dei mutui a tasso variabili stipulati in Italia, è sceso sotto lo zero. Il tasso è stato fissato allo -0,002%, che pur non essendo una grossa variazione, ha portato grande scalpore nel mondo bancario in quanto le banche non erano pronte a tale situazione.
Questo in quanto il calcolo della rata di un mutuo a tasso variabile è effettuato di rata in rata (mensilmente per la maggior parte dei mutui) sommando allo spread (che è la percentuale fissa stabilita dalla banca a inizio del contratto e che rappresenta il guadagno lordo degli istituti di credito) il tasso di indicizzazione scelto (Tasso BCE o Euribor a 1 e 3 mesi, ad esempio).
Visto che l’Euribor a un mese è sceso sotto lo zero, tecnicamente il tasso finale dei mutui ad esso collegati, dovrebbero prevedere un tasso di interesse inferiore allo spread. Tuttavia, difficile dire, ad oggi, come si comporteranno le banche in tale ipotesi.
Sulla stipula di nuovi mutui è possibile che venga inserita una clausola che prevede che il tasso di interesse complessivo (Spread + tasso di riferimento) non possa scendere sotto il valore dello spread. Tuttavia, i mutui già in corso non potranno prevedere tale ipotesi.
A questo punto non rimane che rivolgersi direttamente al proprio sportello per accertarsi del comportamento che la propria banca intende adottare, seppur basterebbe controllare il proprio contratto di mutuo. Infatti, se non previsto diversamente. Un Euribor negativo dovrebbe continuare ad essere sommato algebricamente allo spread per ottenere il tasso finale del mese.