Articoli
Tutti gli aggiornamenti, gli approfondimenti e i casi pratici analizzati e realizzati dai nostri esperti in materia agricola, fiscale, economica e del lavoro.
È solo di qualche giorno fa l’approvazione del decreto interministeriale che, dopo il via libera della Commissione Europea, apre le porte a nuovi e futuri piani di investimento per il settore del biometano: a tale scopo, dovrebbero essere destinati 4,7 miliardi di euro dal 2018 al 2022.
Il biometano non è che un gas (a base di metano) prodotto dalla purificazione del biogas prodotto da fonti rinnovabili agroforestali. Esso può sostituire il gas naturale ed è attualmente prodotto da quelle aziende agricole che oggi lo utilizzano per la produzione e la vendita di energia elettrica.
Attività, quest’ultima, che può essere considerata come attività connessa e tassata su base catastale secondo le previsioni dell’art. 32 del TUIR, purché la produzione rientri all’interno dei limiti previsti dalla franchigia di 2.400.000 kwh annui. La parte eccedente, ai fini IRPEF ed IRES, dovrà invece essere tassata applicando, all'ammontare dei corrispettivi registrati ai fini IVA con esclusione della quota incentivo, il coefficiente di redditività del 25%.
Evidenziamo che l’art. 1, comma 423 della L. 266/2005 prevede la tassazione di una quota di reddito conseguito con la produzione di energia elettrica da fonti agroforestali e fotovoltaiche, mentre la produzione di carburanti e prodotti chimici di origine agroforestale effettuata da imprenditori agricoli, rientra tra le attività connesse di cui all’art. 2135 c.c. e si considera integralmente produttiva di reddito agrario ai sensi di quanto previsto dall’art. 32 del TUIR.
L’attività di produzione di biometano (e di biocarburanti) per essere considerata agricola deve rispettare i requisiti dettati dall’Agenzia delle Entrate che, con la circolare 32 del 6/7/2009, ha precisato che per biogas carburante deve intendersi quel gas combustibile ricavato dalla biomassa ovvero dalla parte biodegradabile dei rifiuti, che può essere trattato in un impianto di purificazione onde ottenere una qualità analoga a quella del gas naturale per poter essere utilizzato come carburante.
Chiaramente, per poter ricondurre all’interno del reddito agrario le cessioni di biogas, è necessario che esso sia ottenuto a partire da fonti rinnovabili agroforestali come le biomasse provenienti dall’agricoltura (di origine vegetale o animale) o dalla silvicoltura (biomasse legnose).
Ad oggi, moltissime aziende agricole producono biogas tramite la fermentazione delle biomasse ed il combustibile prodotto viene utilizzato per alimentare un motore che, a sua volta, produce energia elettrica.
Grazie al nuovo decreto, presto potrebbe svilupparsi un nuovo mercato, dove i produttori potranno cedere direttamente i combustibili ottenuti dalle lavorazioni in azienda, aprendo nuovi scenari di business per le aziende agricole.