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Il reddito di cittadinanza è uno dei temi più dibattuti del momento, su cui il Governo sta lavorando con grande dedizione per cercare di portare la relativa bozza di decreto in Consiglio dei Ministri, dopo una lunga serie di rinvii.
Per poter accedere al reddito di cittadinanza, i richiedenti dovranno essere cittadini italiani o comunitari, in possesso del diritto di soggiorno o provenienti da Paesi che hanno in essere convenzioni bilaterali in materia di sicurezza sociale.
Possono accedere al reddito di cittadinanza anche i cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo nella UE e che siano residenti in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della domanda, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo.
Come precisato nella bozza di decreto, per i nuclei familiari unipersonali composti da persone di età pari o superiore a 65 anni, è prevista una pensione di cittadinanza, un’apposita misura dedicata al contrasto della povertà.
Tra i requisiti figurano il fatto di aver perso involontariamente il posto di lavoro, non avere un reddito, o averlo troppo basso per avere un tenore di vita dignitoso.
Inoltre i richiedenti dovranno avere:
Entro un mese dall’erogazione del sussidio, i soggetti saranno chiamati dai Centri per l’Impiego e dovranno impegnarsi nella ricerca attiva di un impiego, registrandosi alla piattaforma digitale e consultandola quotidianamente per cercare lavoro.
La determinazione dell’importo erogato a titolo di reddito di cittadinanza è soggetta ad un’ampia serie di parametri di natura reddituale e patrimoniale.
L’importo erogato si compone di una parte di integrazione del reddito familiare fino alla soglia di 6.000 euro annui, che dovranno essere poi moltiplicati per un coefficiente determinato sulla base al numero di componenti del nucleo familiare.
A tali importi potranno essere aggiunte somme integrative per i nuclei familiari che risiedono in abitazioni in locazione oppure per le famiglie che versano la rata del mutuo per la casa di proprietà.
In linea generale, comunque l’importo massimo erogabile a titolo di reddito di cittadinanza sarà pari a 780 euro mensili (9.360 euro annui), da moltiplicare in base alla predetta scala di equivalenza (determinata da specifici coefficienti), ridotta per il valore del reddito familiare effettivamente percepito.
L’erogazione del reddito di cittadinanza decorre dal mese successivo a quello della richiesta e per un periodo non superiore ai 18 mesi. Si ricorda che l’intero sistema dovrebbe partire, a regime, a partire dal mese di aprile 2019.
Il reddito di cittadinanza porterà interessanti opportunità anche per i datori di lavoro che intendono assumere personale a tempo indeterminato e full time. Infatti, la bozza di decreto attualmente in discussione prevede uno sgravio contributivo della durata minima di cinque mesi di importo pari alla differenza tra diciotto mensilità di reddito di cittadinanza e quelle che il lavoratore assunto ha già precedentemente percepito.
Tale sgravio verrà incrementato di una mensilità qualora l’azienda assuma donne o soggetti definiti svantaggiati ai sensi dell’art. 2, comma 4 del Regolamento UE n. 651/2014.
Per ricevere l’incentivo l’azienda dovrà rispettare diversi obblighi:
Nel caso in cui l’assunzione avvenga tramite soggetti privati accreditati (ad esempio, Agenzie per il Lavoro), lo sgravio verrà ripartito tra questi e il datore nella misura del 50% secondo le regole sopra evidenziate.
Sarà ripartito al 50% il contributo anche nel caso di progetti di formazione effettuati tramite enti bilaterali di formazione o fondi interprofessionali.
Evidenziamo infine che non possono accedere allo sgravio contributivo le aziende che nel triennio precedente all’assunzione hanno subito provvedimenti sanzionatori, ancorché non definitivi, relativi a violazioni di natura previdenziale o legata alla materia della tutela delle condizioni di lavoro tali da non consentire il rilascio del DURC.