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I Fondi Paritetici Interprofessionali Nazionali per la formazione continua, promossi dalle principali Organizzazioni Datoriali e Sindacali, costituiscono il principale strumento di finanziamento della formazione aziendale in Italia.
Destinati a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, hanno finalità di tipo economico e sociale; sono infatti diretti a promuovere e finanziare la qualificazione e la riqualificazione professionale dei dipendenti, per sostenere l'incremento occupazionale e incoraggiare la competitività delle imprese.
Questi permettono inoltre alle aziende di ridurre i costi aziendali sostenuti per la formazione e di partecipare attivamente a iniziative formative adeguate ai bisogni e alla realtà dimensionale dell’impresa. In seguito all'adesione è infatti possibile presentare al Fondo prescelto, previa condivisione con le Parti Sociali costituenti, Piani Formativi composti da percorsi di qualificazione e riqualificazione delle competenze dei lavoratori, in sintonia con le strategie aziendali.
Nell’attuale contesto, caratterizzato da un mercato del lavoro sempre più selettivo, si tratta di strumenti funzionali a consolidare la capacità dell’azienda di trovare nuovi sbocchi nel mercato, grazie all’aumento del know-how, conseguente alla valorizzazione professionale dei dipendenti.
In merito alla regolamentazione dei Fondi, gli stessi sono stati istituiti dalla Legge n. 388/2000 (Legge Finanziaria 2001), sulla base di quanto già previsto dalla Legge-quadro in materia di formazione professionale n. 845/78 e successivamente integrati da parte della Legge 2/2009, che introduce il mutuo soccorso per sussidio di disoccupazione. A definirne il funzionamento e le modalità operative sono le Circolari del Ministero del Lavoro 18 novembre 2003 n. 36 e INPS 1° ottobre 2009 n. 107.
Le aziende possono aderire liberamente e senza costi aggiuntivi ad uno dei Fondi attivi, e, in qualsiasi momento, rinunciare all'adesione o cambiare Fondo; è anche possibile trasferire le somme accantonate e non spese, ma la suddetta mobilità è subordinata al rispetto delle eventuali condizioni previste da regolamenti interni dei singoli Fondi.
Le aziende aderiscono in maniera volontaria, revocano l'iscrizione ai Fondi o revocano l'adesione con contestuale trasferimento ad altro Fondo tramite la denuncia mensile INPS - Flusso UniEmes, che diviene lo strumento di comunicazione delle adesioni e/o delle revoche.
L'adesione ai Fondi e le eventuali revoche possono essere gestite durante l'intero anno solare e gli effetti decorrono dal mese paga di competenza nel quale le stesse vengono indicate.
I Fondi sono alimentati dal versamento dello 0,30% delle retribuzioni soggette all’obbligo contributivo INPS, quale “assicurazione contro la disoccupazione involontaria”. Tale contribuzione viene versata dai datori di lavoro all'INPS ed è restituita successivamente al Fondo a cui l'azienda ha aderito.
I finanziamenti dei Fondi Interprofessionali operano attraverso due principali modalità utilizzabili dalle aziende o dagli operatori della formazione per la presentazione dei Piani Formativi: il Conto Formazione e l'Avviso.
Con il Conto Formazione, ogni singola azienda accantona una quota dei propri versamenti 0,30% da utilizzare per la presentazione di Piani Formativi aziendali o interaziendali.
L’Avviso, invece, opera secondo una logica mutualistica, consentendo anche alle micro e piccole imprese di accedere a iniziative di formazione altrimenti difficilmente finanziabili con il Conto Formazione a causa dell’esiguità delle proprie risorse accantonate.
Questo metodo utilizza procedure di evidenza pubblica e finanzia i Piani Formativi più meritevoli tra quelli presentati a gara da aziende o operatori della formazione. La valutazione dei Piani Formativi verte sia su aspetti formali che di merito.