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Andrea Fiumi
pacchetto-ortofloro-plus Decreto Lavoro: le prime indiscrezioni

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il consiglio dei ministri, in data 01 maggio 2023, ha reso noto, per il tramite del comunicato stampa n. 32, le prime “indiscrezioni” ufficiali in merito al decreto lavoro di prossima pubblicazione. in attesa quindi del decreto, andiamo, con la presente circolare, ad esaminare i possibili interventi che riguardano principalmente i datori di lavoro e lavoratori dipendenti. riduzione del cuneo fiscale. il governo interviene nuovamente sulla riduzione dei contributi a carico dei lavoratori, determinando immediatamente un aumento delle buste paga. attualmente, risultano in vigore le previsioni di cui alla legge di bilancio 2023, ovvero un esonero sulla quota dei contributi previdenziali a carico del lavoratore (quota ivs) di cui all’art. 1 comma 121 della l. 234/2021 per i periodi di paga dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 nella misura del 2% e del 3%, a seconda dell’ammontare dell’imponibile previdenziale. in presenza di un reddito imponibile previdenziale, parametrato su base mensile per 13 mensilità:. inferiore a 2.692 euro (annuali 34.996 euro), la misura dell’esonero è pari al 2%;. fino a 1.923 euro (annuali 24.996 euro), la misura dell’esonero sale al 3%. in attesa dell’ufficialità, il comunicato stampa prevede un innalzamento sino al 7% dell’esonero per le retribuzioni che non eccedono mensilmente euro 1.923,00. riduzione che sarà in vigore dal 01 luglio 2023 sino al 31 dicembre 2023. sicuramente un intervento importante ma che denota, come d’abitudine, un provvedimento a termine che dovrà poi essere, nel caso, rifinanziato con tutte le incognite del caso. si attendono le specifiche finalizzate a chiarire le modalità operative di applicazione di questa nuova riduzione contributiva. aumento benefit. altro intervento “spot”, questa volta per una platea ristretta di lavoratori ovvero coloro i quali hanno un rapporto di lavoro subordinato e figli a carico. le prime indicazioni del governo prevedono un innalzamento della soglia esente dei benefit aziendali, anche conosciuti comefringe benefit, sino ad euro 3.000,00. rientrano tra i benefit aziendali i beni e servizi di cui all’51 comma 3 del tuir, già oggetto, nel corso del 2022, di numerosi interventi e modifiche (si ricordi l’innalzamento della soglia di esenzione pari a 3.000 euro per tutti i lavoratori).la legge di bilancio 2023 li ha poi riportati alla quota di esenzione canonica di euro 258,23, per poi intervenire nuovamente con il prossimo decreto lavoro ma, questa volta, creando una distinzione e differente trattamento tra i lavoratori che hanno figli e che non hanno figli. si attende con curiosità quali saranno le indicazioni ufficiali, al fine di capire come gestire le singole situazioni soprattutto in virtù delle diverse gestioni che lo stesso governo ha messo in campo. da precisare un aspetto molto importante in merito all’erogazione dei benefit aziendali (buoni spesa, buoni benzina ecc.): il datore di lavoro non ha alcun obbligo, anzi si tratta di un costo che le aziende, qualora intenzionate ad erogarli, dovranno inevitabilmente contabilizzare come costo aggiuntivo del personale. infatti, salvo la deduzione dai costi, non potranno in alcun modo recuperare le somme che volontariamente intendono erogare ai dipendenti in possesso dei requisiti. contratti a tempo determinato, rimodulazione delle causali. il decreto dignità aveva introdotto numerose novità in materia di contratti a tempo determinato. una di queste, sicuramente limitante per le aziende che intendono/intendevano assumere a termine, era l’introduzione delle causali per i contratti di durata superiore a 12 mesi e sino al limite massimo dei 24. ora, le novità previste sono volte a “snellire” l’utilizzo delle causali per i rapporti di lavoro a tempo determinato di durata da 12 a 24 mesi. le prime indicazioni sono quelle di lasciare maggior libertà alla contrattazione collettiva, consentendo alle parti sociali la previsione di specifiche causali di settore, oppure per esigenze di natura tecnica, organizzativa o produttiva. in sostanza, nell’attesa che vengano svelate le specifiche previsioni di legge, sicuramente l’aggravio burocratico per le imprese e, quindi, per i datori di lavoro, è assicurato. restano esclusi, si presume (e si spera), i contratti di lavoro a termine instaurati tra datori di lavoro e lavoratori del comparto agricolo. sicurezza sul lavoro. oltre all’istituzione di un fondo per i familiari di studenti vittime di infortunio, le previsioni del decreto sono quelle di introdurre l’obbligo di nomina del medico competente se richiesto dalla valutazione dei rischi, di estendere ai lavoratori autonomi le misure necessarie per la tutela della salute nei cantieri e un obbligo di formazione specifica in capo al datore di lavoro nel caso di utilizzo di attrezzature di lavoro per attività professionali. andrea fiumi ©riproduzione riservata
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