Articoli
Tutti gli aggiornamenti, gli approfondimenti e i casi pratici analizzati e realizzati dai nostri esperti in materia agricola, fiscale, economica e del lavoro.
Più volte, in questi ultimi mesi, abbiamo parlato delle prospettive della PAC, in particolare del nuovo regime che, a partire dal 1° gennaio 2021, potrebbe ridisegnare l’intera politica agricola comunitaria.
Se spesso si è trattato il tema relativo alle novità del primo pilastro della PAC, ossia quello relativo al regime dei pagamenti diretti, la stessa attenzione non è sempre stata data al secondo pilastro, ossia quello relativo ai programmi di sviluppo rurale.
Così come avviene per il primo pilastro della PAC, occorre preliminarmente evidenziare che anche la materia dei PSR potrebbe subire importanti variazioni nel post 2020.
La prima grossa novità, se le proposte in cantiere dovessero trovare accoglimento, consisterebbe nel fatto che la materia dei PSR non sarebbe più regolata da 20 regimi regionali tra loro differenti (a cui vanno aggiunti il PSR nazionale e un PSR per la Rete Rurale), ma da un solo testo unico che definirà in maniera generale tutti gli interventi.
Un’altra novità, se confermata, dovrebbe essere la seguente: l’Unione Europea, infatti, non definirebbe più il menù delle singole misure e sottomisure previste. L’individuazione delle misure e delle situazioni da incentivare, dal 2021, passerebbe in capo ai singoli Stati.
Ciò potrebbe essere anche un forte incentivo, per le singole entità statuali, a definire in maniera creativa le nuove misure, per realizzare sistemi incentivanti adatti e aderenti alle esigenze e priorità dei singoli sistemi agricoli e dei relativi territori.
Sin dalle prime bozze programmatiche, il legislatore comunitario ha individuato quali dovranno essere le aree di intervento dei nuovi piani di sviluppo rurale.
Tra queste saranno finanziati gli investimenti in beni materiali ed immateriali, con particolari agevolazioni per i giovani agricoltori che, per la prima volta, potrebbero vedere incentivato anche l’acquisto dei terreni. Sempre per i giovani agricoltori, saranno confermate le misure sul primo insediamento e sull’avvio di nuove imprese rurali: sulla base di un dettagliato piano aziendale, l’aiuto potrebbe essere erogato fino nella misura di 100.000 euro. Inoltre, l’aiuto a fondo perduto potrà essere combinato con l’uso di strumenti finanziari.
Tra le misure di intervento previste dai primi lavori preparatori va sicuramente citata quella a sostegno di interventi per far fronte ad impegni ambientali, climatici o di gestione. Per citare alcuni esempi, saranno incentivati interventi in materia di agricoltura conservativa, produzione biologica, servizi agro-climatico-ambientale, ma anche attività in favore del benessere animale e per lo sviluppo sostenibile delle risorse genetiche.
Saranno agevolati anche gli interventi in favore della cooperazione, nonché quelli volti a favorire lo scambio di conoscenze ed informazioni: in quest’ultimo caso, le spese di formazione e consulenza saranno finanziati con contributi pari al 75% dei costi ammissibili.
Infine, agevolazioni specifiche potrebbero spettare per quegli agricoltori con superfici soggette a particolari vincoli, naturali o relative ad obblighi comunitari (protezione uccelli, protezione habitat, gestione dei bacini idrografici.
Queste sono le prime linee guida su cui il legislatore comunitario lavorerà nei prossimi mesi in vista della riforma della PAC post 2020 che potrebbe cambiare, significativamente, il volto degli aiuti destinati al mondo agricolo.