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Nonostante il dibattito in sede comunitaria sia ormai orientato a definire le linee guida della PAC post 2020, il 2019 non sarà certo un anno privo di novità per gli agricoltori.
Dopo un 2018 scoppiettante, con l’approvazione del regolamento Omnibus e la revisione di medio periodo, il prossimo sarà un anno di aggiustamenti e di modifiche di cui gli agricoltori dovranno tener conto sin d’ora, in modo da poter valutare con attenzione le giuste scelte da operare in fase di semina.
In base a quanto stabilito dal DM n. 7839 del 9 agosto 2018, a partire dal 1° gennaio 2019 saranno modificati i plafond destinati ai pagamenti diretti. In particolare, le risorse destinate ai pagamenti accoppiati aumenteranno dal 12% al 12,92%; contestualmente, i pagamenti di base vedranno una riduzione degli importi dal 57% al 56,08%.
Alle richiamate variazioni degli importi, conseguirà la necessità di ricalcolare il valore di tutti i titoli assegnati agli agricoltori: tale compito spetterà ad AGEA che dovrà poi comunicare l’esito del ricalcolo in tempi celeri.
Evidenziamo che la riduzione dello 0,92% riguarderà anche il valore del pagamento greening.
Tra i settori che maggiormente si gioveranno dell’aumento degli importi destinati al sostegno accoppiato, indubbiamente ci sono quelli dedicati alla produzione del riso e del grano duro, che potranno beneficiare di risorse extra per, rispettivamente, 12 e 16 milioni di euro.
Nell’ambito delle produzioni vegetali, l’innalzamento degli importi riguarderà anche altre tipologie di seminativi, tra cui barbabietole, pomodori da industria, soia, proteaginose, leguminose da granella.
Nuove risorse anche per il settore dell’olivicoltura a cui sarà destinato un plafond di 66 milioni di euro.
A partire dal 2019 diventerà pienamente operativo il Registro dei Prati Permanenti, ossia lo strumento individuato dall’Italia per tenere sotto controllo le aree destinate a tale scopo e gestire con maggiori garanzie la procedura di autorizzazione alla conversione dei prati per altri usi.
Il Regolamento UE n. 1307/2013, infatti, prevede che gli Stati membri debbano assicurare che il rapporto tra prati e pascoli permanenti e la superficie agricola totale non scenda mai al di sotto del 5% su scala nazionale.
In Italia, per garantire tale equilibrio è previsto che:
Prima dell’approvazione del Regolamento Omnibus, la disciplina italiana prevedeva che la precedenza nell’accesso alla Riserva Nazionale fosse garantita alle fattispecie A (giovane agricoltore), B (nuovo agricoltore) e F (provvedimenti amministrativi e decisioni giudiziarie), mentre subordinando al soddisfacimento di tali categorie l’accesso delle altre fattispecie.
A partire da quest’anno, invece, anche gli agricoltori che operano in zone montane (fattispecie C) e svantaggiate (fattispecie D) potranno accedere alla Riserva Nazionale con lo stesso criterio di priorità delle altre categorie.
Per poter soddisfare tutte le richieste, AGEA potrà tagliare gli importi di tutti i titoli, ma solo entro il limite massimo dell’1,5% del loro valore.