Seleziona qualsiasi testo e clicca sull'icona per ascoltarlo!
pacchetto-ortofloro-plus Tra AGEA e professionisti è ormai guerra aperta

Please publish modules in offcanvas position.

pensate di studiare per anni, conseguendo un diploma o una laurea. pensate poi di specializzarvi e di dedicare tempo e fatica per imparare un mestiere, abituandovi a valutare pro e contro, a consigliare ai clienti le operazioni più vantaggiose, a restare sempre aggiornati, a svolgere il vostro lavoro con attenzione e passione. pensate, poi, che, un giorno, tutto questo non si possa più fare. che di punto in bianco, tutto quello che era il vostro lavoro, non esista più. sembra follia, ma tra qualche mese questo potrebbe accadere ai professionisti del settore dell’agricoltura: agrotecnici, agronomi, periti agrari. già, perché agea sembra aver deciso, in maniera piuttosto risoluta, che, a partire dal mese di settembre, solo i lavoratori subordinati dei caa potranno accedere ai sistemi informativi (come, ad esempio, il sian) dell’organismo pagatore. ciò, invece, non sarà più possibile per i liberi professionisti. poco conta se l’ultima bozza della convenzione tra agea e i caa nazionali presenti una lieve apertura, affermando che l’obbligo di utilizzare solo lavoratori dipendenti entrerà pienamente in vigore dal 31/12, mentre fino al 30 settembre sarà da rispettare la più ridotta soglia del 50%. la categoria è di fronte ad un vero e proprio attacco. se tale intendimento dovesse realizzarsi, infatti, gli effetti sarebbero consistenti e paradossali. tuttavia è importante provare a capire come si è arrivati a tale proposta. occorre tenere presente che esistono “professionisti” che operano in maniera poco corretta, che negli anni hanno abusato del loro ruolo, che hanno distolto denaro, che hanno compiuto operazioni penalmente perseguibili e deontologicamente inaccettabili. ed è incontrovertibile la necessità degli enti pagatori di difendersi dalle azioni di tali soggetti. la soluzione, però, non può essere quella di mettere fuori pista le migliaia di operatori che svolgono il loro lavoro con serietà e dedizione, nel rispetto delle regole e forti di una formazione specifica che, molto spesso, non si ritrova nei famosi “lavoratori subordinati” messi al centro dalla nuova proposta di agea. sicuramente, grossa responsabilità di questa situazione è degli ordini professionali. ordini che, prima, non hanno avuto il coraggio o la forza di prendere le distanze da situazioni ai margini della legalità, per poi rimanere lungamente inerti davanti a questa inaccettabile bordata che potrebbe, presto, lasciare senza pane circa 2.000 professionisti del mondo dell’agricoltura, tra l’altro in un momento di grave difficoltà per l’intera economia italiana. in tutto questo, poi, ci sono le associazioni di categoria, che sono parte decisamente interessata in questa diatriba. per le associazioni, infatti, la messa dei professionisti dell’agricoltura fuori da gran parte della partita relativa alle domande, significherebbe recuperare ampie quote di mercato, che porterebbe così a ristabilire una posizione di oligopolio sui servizi alle aziende agricole. va considerato, tuttavia, che questo scenario porterebbe con sé numerosi problemi. se per alcune tipologie di imprenditori agricoli, le associazioni di categoria forniscono un supporto di base sufficiente per lo svolgimento dell’attività, molto spesso tale appoggio risulta insufficiente per realtà più strutturate, più ambiziose o pionieristiche, che si affidano generalmente ad appositi professionisti, competenti e specializzati per la fornitura di una consulenza più elevata e strutturata. non solo: per certe tipologie di pratiche o di problemi, sono le stesse associazioni ad indicare professionalità diverse ai propri associati. entrando più nello specifico del problema, però, quali sarebbero le reali conseguenze di questa decisione? semplificando, potremmo dire che a partire da ottobre (o gennaio) i liberi professionisti non dovrebbero più avere accesso ai sistemi informativi di agea e, in particolare, al sian. in questo modo, costoro si troverebbero impossibilitati alla consultazione o alla compilazione di qualsiasi domanda legata ai contributi: niente piani assicurativi agevolati, niente contributi in “de minimis”, niente domanda unica. contro la posizione di chiusura assunta da agea si sono già espressi gli enti pagatori regionali che, al contrario, vogliono difendere il ruolo centrale del professionista, riconosciuto come (mediamente) un intermediario qualificato ed affidabile. addirittura, si sta valutando anche la possibilità di un riconoscimento regionale della competenza e dell’attendibilità degli operatori che potrebbero trovarsi ad essere certificati, ed autorizzati ad accedere ai sistemi di agea, da parte degli enti pagatori regionali, con ovvie differenze territoriali e problemi applicativi legati, comunque, a tutte quelle pratiche nazionali sotto il controllo dell’ente centrale. la situazione è seria e non solo per i professionisti che potrebbero trovarsi presto senza lavoro, ma anche per le aziende. questa situazione, infatti, potrebbe incentivare un massivo utilizzo delle cosiddette utenze internet, ossia degli accessi aziendali che potrebbero essere utilizzati, in via sostitutiva, da parte dei professionisti esclusi dalla convenzione. attenzione però: al di là delle criticità legate alla privacy per la circolazione di password e di dati sensibili, eventuali problemi nella compilazione delle domande potrebbero avere effetti dirompenti. infatti, se oggi tutti i professionisti sono tenuti ad avere un’assicurazione professionale a copertura di eventuali danni, il futuro prossimo potrebbe ribaltare la responsabilità ed il costo degli errori in capo alle aziende che, quindi, potrebbero trovarsi ad avere decine di migliaia di euro di danni nel malaugurato caso in cui tutto andasse storto. insomma, la situazione è complessa, ma, fortunatamente, ancora tutta in divenire, visto che quotidianamente le parti in causa si stanno duramente confrontando, allo scopo di addivenire ad una soluzione. tuttavia, è importante che l’opinione pubblica si mobiliti e non resti immobile davanti al grave abuso che si sta perpetrando: dagli sviluppi di questa situazione, potrebbe dipendere il futuro dell’agricoltura. ©riproduzione riservata
Chiudi lettore contestuale