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A causa del ritardo nel dibattito sulla PAC post 2020, essa entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023.
Allo scopo di gestire la transizione tra la PAC 2014-2020 e la PAC post-2020, la Commissione ha proposto un regime transitorio (COM (2019) 581 del 31.10.2019) per tutti gli strumenti della PAC: pagamenti diretti, OCM e politica di sviluppo rurale.
Questa proposta è attualmente in discussione al Parlamento e al Consiglio dei Ministri agricoli ed il negoziato è in fase avanzata, i triloghi si sono conclusi e si prevede la sua approvazione definitiva a dicembre 2020.
Il Regolamento transitorio mira a fornire certezza e continuità nella concessione del sostegno agli agricoltori europei per il 2021 e il 2022, tramite l’estensione dell’applicabilità del quadro giuridico esistente e gli adattamenti di alcune norme per traghettare la PAC fino all’istituzione del nuovo sistema.
Di fatto, avremo una PAC biennale, che prosegue e adatta le regole attuali per i primi due anni della programmazione 2021-2027.
Il testo del Regolamento transitorio sarà aggiornato con le cifre del futuro bilancio dell’UE. Infatti, il Regolamento transitorio è uno dei pacchetti di proposte collegati al quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027; come tutte le disposizioni con implicazioni di bilancio sono in attesa dell’approvazione del QFP.
Gli attuali titoli all’aiuto saranno prorogati per il 2021 e 2022; pertanto, gli agricoltori potranno utilizzare gli attuali titoli anche per la Domanda PAC 2021 e 2022.
In questi due anni rimangono in vigore le attuali norme sul trasferimento dei titoli e sull’accesso alla Riserva Nazionale. Tuttavia, il Regolamento transitorio contiene una novità: gli Stati membri possono proseguire con il meccanismo di convergenza.
L’attuale Reg. 1307/2013 prevede che il processo di convergenza si fermi al 2019; invece, il Regolamento transitorio concede agli Stati membri la possibilità di proseguire il processo di convergenza dei titoli anche nel 2020, 2021 e 2022.
In altre parole, l’Italia può decidere di proseguire l’avvicinamento graduale dei titoli storici al valore medio nazionale di 217,64 euro/ha.
In tal caso, i titoli di valore elevato saranno diminuiti gradualmente per avvicinarsi al valore medio nazionale, mentre i titoli di valore basso saranno aumentati gradualmente per avvicinarsi al valore medio nazionale.
Tale decisione sarà adottata con un Decreto Ministeriale, atteso per gennaio-febbraio 2021, che dovrà recepire le novità del Regolamento transitorio e le relative scelte nazionali.
Le norme transitorie garantiscono una transizione tra due periodi di programmazione pluriennale. Gli attuali PSR possono essere prorogati sino al 31 dicembre 2022. Durante il periodo transitorio, le misure degli attuali PSR 2014-2020 devono basarsi sulle norme e sugli strumenti attuali. L’estensione dei piani di sviluppo rurale contempla la possibilità di presentare una richiesta di modifica di un programma di sviluppo rurale per gli anni 2021 e 2022, mantenendo invariata la quota complessiva del contributo di spesa del FEASR.
I PSR possono prorogare i loro programmi di sviluppo rurale fino al 31 dicembre 2022 e finanziare tali programmi prorogati dalla corrispondente dotazione di bilancio per gli anni 2021 e 2022 (nuovo Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027); in altre parole, ci sono due anni in più, sia per gli impegni di spesa (dal 2020 al 2021) sia per l’erogazione delle spese (dal 31 dicembre 2023 al 31 dicembre 2025).
Sarà previsto un incremento del massimale di contributo pubblico dal 70 all’80% sia per ciò che riguarda le polizze assicurative, che per i fondi di mutualità.
Il programma Next Generation EU ha previsto 8,2 miliardi di euro a prezzi correnti per la politica di sviluppo rurale (7,5 miliardi a prezzi costanti).
Tali risorse si aggiungono allo stanziamento ordinario per lo sviluppo rurale.
Queste risorse addizionali sono finalizzate a “Misure di sostegno per riparare l'impatto della pandemia di COVID-19 sull'agricoltura e lo sviluppo rurale e preparare la ripresa dell'economia”.
L’obiettivo è l'introduzione di cambiamenti strutturali nelle zone rurali, in linea con il Green Deal europeo, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi climatici e ambientali della nuova “Strategia sulla biodiversità” e della nuova strategia "A Farm to Fork".
La quota destinata all’Italia di tale stanziamento per lo sviluppo rurale è di circa 925 milioni di euro, a cui aggiungere il cofinanziamento nazionale.
Angelo Frascarelli