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Lo scorso 28 giugno 2022, l'ISTAT ha diffuso i primi risultati del 7° censimento generale dell’agricoltura 2021, con riferimento all'annata agraria 2019/2020, svolto tra gennaio e luglio, dopo il posticipo imposto dal perdurare della pandemia. Si tratta dell'ultimo censimento a cadenza decennale che chiude la lunga storia dei censimenti generali, sostituiti dai censimenti permanenti e campionari.
I dati prodotti dal questionario di rilevazione (indirizzato a quasi 1,7 milioni di unità secondo a una lista che ha utilizzato le fonti amministrative disponibili), hanno evidenziato una diminuzione di circa il 30% del numero di aziende (soprattutto al Centro Sud, il caso più eclatante in Campania - 42%) e un aumento di circa il 20% della superficie media di ognuna.
Rispetto al 2010, scendono anche le quote delle aziende agricole gestite in forma individuale o familiare (93,5%) a favore della crescita della società e delle altre forme giuridiche. A scendere è anche il numero delle aziende che coltivano esclusivamente i terreni di proprietà e il peso dei terreni di proprietà rispetto al totale.
Per quanto riguarda le coltivazioni, rimane sostanzialmente invariato l’utilizzo dei terreni agricoli, anche se si è riscontrato, in linea con l’aumento della SAU media per azienda, un aumento delle dimensioni medie delle principali tipologie di coltivazione, non per prati e pascoli. Per le coltivazioni legnose agrarie, l’olivo e la vite continuano ad essere le coltivazioni più diffuse nel territorio italiano.
Un altro dato estremamente interessante è l'elevata quota di aziende condotte da donne: si raggiunge un valore nell'ordine del 31,5% (30,7% nel 2010), anche se diminuisce la presenza femminile nelle aziende agricole. Nel 2020 le donne sono il 30% circa del totale delle persone occupate contro il 36,8% del 2010.
Inoltre, è stato riscontrato che nell’arco temporale di dieci anni è quadruplicata l’informatizzazione delle aziende agricole, infatti, nel 2020 sono il 15,8% le aziende agricole che usano il computer o altre attrezzature informatiche o digitali per fini aziendali, a fronte del 3,8% rilevato nel censimento del 2010.
Le aziende più propense alla digitalizzazione sono quelle condotte da:
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