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La nuova legge a sostegno della filiera della canapa è in vigore dal 14 gennaio 2017 e ha introdotto diverse importanti novità nell’ordinamento italiano.
L’obiettivo primario della norma è quello di incentivare un settore con grandi potenzialità, un settore che agli inizi del Novecento contava oltre 100.000 ettari coltivati, mentre oggi ne restano appena il 3-4%.
La legge n. 242/2016 ha innanzitutto liberalizzato l’attività di coltivazione della canapa: tuttavia, sono ammesse alla libera coltivazione solo le varietà iscritte nel Catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/CE del Consiglio europeo, ossia quelle che non rientrano nella disciplina del DPR 309/1990 tra le sostanze stupefacenti.
Per la coltivazione delle varietà di canapa certificate con un contenuto di THC inferiore allo 0,2% non è più richiesto alcun tipo di autorizzazione, quindi non sarà più necessario procedere alla denuncia della coltivazione alle forze dell’ordine.
La legge impone al coltivatore solo due obblighi:
Resta intatta la possibilità del Corpo forestale dello Stato ad effettuare i controlli sulle coltivazioni, anche tramite prelevamenti, analisi di laboratorio e ogni altra verifica necessaria. Qualora gli addetti ai controlli reputino necessario effettuare dei prelievi della coltura, dovranno farlo alla presenza del coltivatore e dovranno rilasciare a questi un campione per eventuali controverifiche.
Importante è la novità relativa alla responsabilità dell’agricoltore in caso di irregolarità delle coltivazioni. Infatti, laddove la canapa coltivata abbia un contenuto complessivo di THC compreso tra lo 0,2 e lo 0,6%, nessuna responsabilità sarà posta in capo al coltivatore.
Non solo: anche nel caso in cui il prodotto coltivato superi la soglia di THC dello 0,6%, la responsabilità dell’agricoltore è esclusa dalla legge. In questo caso, però, l’autorità giudiziaria potrà disporre il sequestro e la distruzione del prodotto irregolare.
È importante inoltre segnalare che la L. 242/2016 prevede annualmente la destinazione di risorse, nel limite massimo di 700.000 euro, da parte del MIPAAF, per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e trasformazione nel settore della canapa.
Giova precisare, infine, che la legge incentiva lo sviluppo di filiere territoriali che investano nella ricerca e nello sviluppo dei prodotti e dei semilavorati a base di canapa.
Le coltivazioni di canapa potranno essere utilizzate per attività didattiche, dimostrative, di ricerca e di florovivaismo; inoltre dalla canapa prodotta sarà possibile produrre: