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È di questi giorni la notizia della richiesta alla Commissione Europea, da parte dell’Italia, della proroga della scadenza dei termini per la presentazione della Domanda Unica 2017 dal 15 maggio al 15 giugno prossimo.
Per avere l’ufficialità dell’accoglimento di tale richiesta occorrerà attendere un apposito regolamento di attuazione della Commissione, ma la sensazione è che si tratti di un mero passaggio formale, visto che non sembrano esserci motivi ostativi a tale concessione.
Se confermato, quindi, la presentazione delle domande PAC potrà avvenire fino al 15 giugno 2017.
La proroga riguarderà solo la presentazione delle domande: nella DU, infatti, potranno essere inserite solamente le superfici ammissibili detenute dall’agricoltore al 15 maggio 2017.
Occorre però dire che l’eventuale concessione della proroga da parte della Commissione Europea deve essere valutata con estremo disincanto. Essa, infatti, non è altro che l’ennesima pezza con cui si cercano di mettere sotto al tappeto difficoltà e inefficienze di un sistema che si sta rivelando non all’altezza del compito, fondamentale, assegnatogli.
A sostegno di tale tesi possiamo citare, a titolo di esempio, una delle tante situazioni tragicomiche con cui l’agricoltore può doversi confrontare: le terribili anomalie di AGEA.
Va premesso che l’ente pagatore eroga risorse pari al 90-95% delle somme previste dalla PAC, nonostante tali pagamenti vengano fatti con un ritardo ormai cronico. Se l’agricoltore, però, finisce all’interno di quel 5-10% di soggetti le cui domande causano un’anomalia, per questi inizia un vero e proprio calvario.
I problemi nascono dal fatto che apparentemente nessuno possiede una soluzione di fronte agli errori restituiti dalla presentazione delle domande. Il CAA è lento, AGEA non risponde, i politici cadono dalle nuvole. Ciò lascia l’agricoltore solo, frustrato ed impotente.
Tale situazione, poi, non fa altro che generare tensioni e sfiducia, perché la totale mancanza di comunicazione e buon senso irrigidisce le posizioni, deteriora i rapporti e crea problemi ancora maggiori di quelli di partenza.
Non c’è più tempo, però, per il pressapochismo e per le domande senza risposta. AGEA e tutti gli altri Organismi Pagatori devono funzionare in modo efficace ed efficiente, per poter supportare le imprese agricole nelle loro attività, in particolare in un periodo storico così difficile, visto anche il crollo dei prezzi che ha danneggiato e sta danneggiando tutto il settore.
Non sono sufficienti i timidi segnali positivi che AGEA ha mostrato negli ultimi mesi per poter valutare con ottimismo il futuro prossimo.
È necessario procedere ad una rapida riorganizzazione e razionalizzazione di un sistema che deve tornare a dare certezza agli operatori agricoli, i quali non possono più attendere anni nella vana speranza che i contributi necessari per il sostentamento dell’azienda vengano sbloccati insieme ad un’anomalia che, più che nella domanda, pare ormai profondamente radicata nel sistema.