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La partita legata all’obbligo di revisione per trattori e mezzi agricoli rappresenta uno dei tasti più dolenti ed imbarazzanti dell’intera disciplina che riguarda il mondo dell’agricoltura. Proroghe, rimandi e oggi, a distanza di tre anni dal primo provvedimento, ancora si aspetta. Cosa, a dire il vero, non si sa.
La storia della revisione delle macchine agricole inizia nel 2012, quando nella Legge di Stabilità si annuncia la modifica del Codice della Strada in tal senso, modifica avvenuta nel 2012 con il Decreto Sviluppo: dal 1° gennaio 2014 scatta l’obbligo di revisione delle macchine agricole immatricolate, termine che poi slitta di un anno (all’1/1/2015).
Il valzer delle proroghe tocca anche il primo decreto, approvato con quasi un anno di ritardo il 20 maggio 2015, dopo essere stato più volte rinviato (dal 31/12/2013 al 30/06/2014).
In tale provvedimento, il Governo stabiliva che le revisioni avrebbero dovuto essere effettuate con cadenza quinquennale, a partire dal 1° gennaio 2016, fissando il primo paletto: entro il 31 dicembre 2017, tutti i trattori agricoli immatricolati prima del dicembre 1973 avrebbero dovuto essere revisionati, in base alle regole stabilite in un successivo decreto.
Qui, però, iniziano i problemi. Infatti, di questo secondo decreto, se ne sono perse le tracce. Un tavolo tecnico nel 2015, un rinvio del termine per l’approvazione del decreto al 30/6/2016, ma niente, il decreto non arriva.
A distanza di quasi due anni dall’ultima scadenza, Ministero dei Trasporti e MIPAAF non sono ancora riusciti a stabilire i principi secondo cui i tecnici dovrebbero eseguire le revisioni in commento. Problemi?
No, almeno fino a quando non scattano le sanzioni: già, perché ai sensi del Decreto 20 maggio 2015, dal 2018 tutti i trattori immatricolati prima del 1973 sono, ad oggi, fuorilegge. Per i trasgressori sono previste sanzioni amministrative da 85 a 338 euro, nonché il ritiro della carta di circolazione o del certificato di idoneità tecnica del mezzo.
Pertanto, gli agricoltori si trovano tra l’incudine ed il martello: da un lato non esistono tecnici in grado di revisionare i mezzi in quanto mancano le disposizioni attuative, dall’altro da un giorno all’altro potrebbero arrivare controlli e sanzioni. Cercando sul web, infatti, sarebbero state già staccate le prime (fortunatamente rare) multe.
Il fatto che, a distanza di tre anni dal primo provvedimento, nessun esecutivo sia riuscito a mettere a regime l’obbligo di revisione per trattori e mezzi agricoli è comunque sintomatico: o c’è una forte volontà politica contraria a tale misura o c’è una forte incompetenza ed inefficienza. Ognuna delle due ipotesi aggiunge toni grotteschi alla situazione.
La verità, comunque, è una sola: dal 2015 esiste l’obbligo di revisionare trattori e mezzi agricoli, ma il Governo non ha spiegato come farlo e non è dato sapersi per quanto tempo ancora continuerà a restare in silenzio, lasciando gli agricoltori tra il rischio di sanzioni e quello, non meno importante, di infortuni e danni causati da mezzi vetusti e poco sicuri.