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Le produzioni biologiche sono sempre più diffuse nel mondo dell’agricoltura, ma presto dovrebbe arrivare un importante giro di vite, volto a limitare e contrastare gli abusi che stanno proliferando nel settore: dal 2021, infatti, è prevista un’impennata di controlli con regole sempre più severe.
La novità è prevista dal Regolamento UE n. 2018/848 del 30 maggio 2018, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale UE lo scorso 14 giugno, il quale stabilisce che tutti gli operatori della catena di produzione biologica saranno coinvolti da una maggiore quantità di controlli. Tra i soggetti interessati ci saranno:
In base alla nuova disciplina, i controlli saranno effettuati con cadenza almeno annuale. Per le aziende in cui non dovessero riscontrarsi anomalie nell’arco di tre anni, i controlli avranno invece cadenza biennale.
L’obiettivo del legislatore europeo, con l’approvazione della nuova disciplina in commento, è quello di incoraggiare uno sviluppo sostenibile della filiera biologica nell’Unione, garantendo una concorrenza leale per gli agricoltori e gli operatori; ma anche per prevenire frodi e pratiche sleali purtroppo fin troppo diffuse.
Grazie a tale intervento normativo, si desidera anche accrescere la fiducia dei consumatori europei nei confronti dei prodotti biologici anche tramite l’apposizione di specifici marchi che garantiscano la qualità degli stessi.
Per tutti i prodotti biologici preimballati e messi sul mercato dell’Unione Europea sarà previsto l’obbligo di indicarne la rispondenza ai parametri della normativa tramite l’apposizione del logo di produzione biologica dell’Unione.
Tale logo potrà essere facoltativamente utilizzato anche nel caso di:
Sarà compito degli Stati membri tenere aggiornati gli elenchi dei nomi e degli indirizzi degli operatori e dei gruppi di operatori che hanno notificato le loro attività, pubblicando con le modalità opportune un elenco esaustivo di tali dati unitamente alle informazioni relative ai certificati forniti a tali operatori.
Giova evidenziare che tutti i produttori di paesi terzi, che vogliano vendere i propri prodotti nella UE come biologici, dovranno rispettare le medesime regole che si applicano all’interno dell’Unione Europea.