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C’è grande fermento a Bruxelles, dove i rappresentanti degli Stati membri sono al lavoro per la riforma della PAC post 2020. Tante sono le questioni ancora aperte e tante sono le critiche già avanzate sulle prime bozze presentate in Commissione e al Consiglio agricoltura.
Tra le questioni più contestate c’è senza dubbio la nuova modalità di distribuzione delle risorse, la quale dovrebbe essere basata su obiettivi generali fissati dalla UE, che saranno poi perseguiti dai singoli Stati secondo modalità e strumenti individuati su base nazionale.
Il pericolo di tale impostazione, però, è già stato evidenziato da più parti: il rischio è quello di aggravare il lavoro per le Amministrazioni nazionali, spostando le problematiche e la complessità del sistema PAC dalla UE ai vari ordinamenti statali. Senza considerare, poi, le difformità tra i singoli Piani strategici nazionali, che potrebbero comportare significative differenze anche sui pagamenti diretti.
Oggetto di discussione sono anche i tagli di bilancio della PAC, contro cui ben 18 Paesi si sono schierati firmando un apposito documento. Di questi, alcuni Stati hanno specificamente condannato le significative riduzioni al budget destinato allo sviluppo rurale.
Tra le nuove proposte della UE, ricordiamo anche l’introduzione dell’obbligatorietà del capping a 100.000 euro e l’armonizzazione dei pagamenti diretti a livello UE. Anche contro tali previsioni, non sono mancate le contestazioni.
Sotto tiro anche il regime degli aiuti accoppiati e la “componente verde”, su cui è richiesta una maggiore attenzione secondo alcuni Paesi del Nord Europa.
Come sopra evidenziato, quindi, la riforma della PAC è ancora un cantiere aperto, in cui istituzioni e Stati membri stanno ancora cercando di trovare una quadratura.
L’attività però è febbrile: nei giorni scorsi sono iniziati i lavori in sede di Consiglio, sotto la presidenza austriaca, per cui sono previsti numerosi tavoli tecnici.
Contestualmente, si lavora ai negoziati per l’approvazione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), da cui sarà possibile determinare il budget a disposizione anche per la Politica Agricola Comune.