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pacchetto-ortofloro-plus Canapa sativa: ecco i benefici per le aziende agricole

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il 2018 può essere considerata l’annata del rilancio della canapa industriale che, con l’avvento delle fibre sintetiche e del “proibizionismo sul territorio nazionale”, aveva perso interesse da parte dei coltivatori italiani. con l’introduzione della legge 242 del 2016 è stata rilanciata la produzione della pianta liberalizzando la coltivazione della c.d. canapa sativa, nel rispetto delle seguenti regole:. sono ammesse alla libera coltivazione solo le varietà iscritte nel catalogo comune delle varietà delle specie di piante agricole ai sensi dell’art. 17 della direttiva 2002/53/ce del consiglio europeo, ossia quelle che non rientrano nella disciplina del d.p.r. n. 309/1990 tra le sostanze stupefacenti;. per la coltivazione delle varietà di canapa certificate con un contenuto di thc inferiore allo 0,2% non è più richiesto alcun tipo di autorizzazione, quindi non sarà più necessario procedere alla denuncia della coltivazione alle forze dell’ordine;. il coltivatore ha l’obbligo della sola conservazione dei cartellini della semente acquistata (per un periodo superiore a 12 mesi) e delle fatture di acquisto della semente (per il periodo previsto dalla normativa vigente). utilizzi della canapa. in primo luogo, i produttori agricoli possono utilizzare la canapa inserendola nel piano aziendale di rotazione. un’agricoltura a rotazione, infatti, permette di alternare diverse piantagioni, cereali, leguminose, semi oleosi e foraggere, non sottraendo sempre gli stessi elementi dal terreno che ha anche il tempo per riposare e rigenerarsi. le potenzialità di questa pianta, però, sono numerose e, spesso, sottovalutate. la canapa, infatti, può essere utilizzata:. per attività didattiche e dimostrative;. per attività di ricerca;. come valido sostituto della plastica che, come sappiamo, deriva dal petrolio, olio destinato a sparire. esistono, infatti, già diverse tipologie di plastica realizzate con la cellulosa derivante dalle fibre di canapa;. per la produzione della carta;. nel settore della bioedilizia e della bioingegneria, tant’è che i mattoni di canapa hanno una straordinaria capacità di regolazione dell’umidità e buone proprietà isolanti;. per l’alimentazione, considerando che il seme di canapa contiene tutti i nove amminoacidi essenziali per il corpo umano. la canapa è inoltre ricca di proteine;. nel settore tessile come sostituto di molte altre fibre sintetiche;. per la produzione di cosmetici che, sempre meno spesso, vengono realizzati con prodotti naturali;. per la produzione di semilavorati quali la fibra, le polveri, il cippato, gli oli e carburanti;. come materiale per il sovescio, pratica agronomica che prevede l’utilizzo di apposite colture per mantenere o aumentare la fertilità del terreno;. per la fitodepurazione e la bonifica di siti inquinati. per la produzione dei farmaci. i ricercatori, negli ultimi anni, stanno appurando che la canapa è una sostanza anti-convulsivante utile, anche, nel trattamento del cancro e delle psicosi. aspetti fiscali. ai fini fiscali non è sempre semplice inquadrare una nuova coltura, soprattutto se gli usi che si possono fare della stessa, nonché i prodotti derivanti dalla sua lavorazione, sono molteplici. ai fini iva, il prodotto ottenuto a seguito della coltivazione della canapa:. se è un prodotto tessile viene considerato a tutti gli effetti un prodotto agricolo, individuato dalla tabella a, parte i, allegata al d.p.r. 633/1972 e, in quanto tale, verrà assoggettato ad aliquota del 22% con applicazione della percentuale di compensazione al 4%;. se non è un prodotto tessile si applicherà l’iva ordinaria al 22%. per l’inquadramento fiscale dei prodotti derivanti dalla manipolazione e trasformazione della materia prima si osservano le seguenti regole:. le infiorescenze, se cedute allo stato originario, rientrano nel reddito agrario come se fossero fiori recisi. lo stesso vale, comunque, anche nel caso in cui tali infiorescenze vengano deumidificate o essiccate naturalmente. per specifica previsione dell’art. 1, comma 423 della legge finanziaria 2006, rientra nel reddito agrario anche l’olio di canapa purché utilizzato per produrre combustibili. bevande ed oli, ottenute dai semi di canapa, pur essendo agricoli a tutti gli effetti, non sono inclusi nell’elenco di cui al d.m. 13 febbraio 2015. la corretta tassazione, quindi, sarà quella forfettaria al 15% in base alla disciplina dell’art. 56-bis del tuir. diversamente, i prodotti cosmetici e medicamentosi derivanti dalla canapa, essendo prodotti ottenuti tramite processi di trasformazione complessi, si ritiene debbano essere tassati a costi e ricavi. responsabilità penale. nonostante le potenzialità di questa coltura, l’associazione della canapa alla marijuana (che avendo effetti psicoattivi è considerata una droga) ha sempre scoraggiato la coltivazione di questa pianta in quanto ritenuta un’attività pericolosa anche per quanto riguarda la responsabilità penale. è importante sottolineare che con la legge 242 del 2016 è stata eliminata la responsabilità dell’agricoltore in caso di irregolarità delle coltivazioni. infatti, la norma prevede che:. laddove la canapa coltivata abbia un contenuto complessivo di thc compreso tra lo 0,2% e lo 0,6%, nessuna responsabilità sarà posta in capo al coltivatore;. anche nel caso in cui il prodotto coltivato superi la soglia di thc dello 0,6%, la responsabilità dell’agricoltore è esclusa dalla legge. in questo caso, però, l’autorità giudiziaria potrà disporre il sequestro e la distruzione del prodotto irregolare. la cassazione penale circoscrive la responsabilità penale alla sola detenzione e cessione di canapa con un livello di thc superiore allo 0,6%. secondo la sentenza, che si è soffermata sulla questione della liceità delle condotte di detenzione e cessione di cannabis sativa proprio alla luce della legge 242/2016, configura il reato di cui all’art. 73 del d.p.r. 309/1990 la sola detenzione e cessione delle infiorescenze (marijuana) di cannabis sativa e della resina che dalle stesse viene ottenuta (hashish), sempre che nelle stesse sia rinvenibile un principio attivo in grado di indurre un effetto drogante rilevabile. ad oggi, pertanto, la coltivazione della canapa legale è una attività piuttosto rischiosa che va condotta prestando grande attenzione alle disposizioni normative. ©riproduzione riservata
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