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Nell’ambito delle modalità di connessione ad internet da mobile, con la sigla 5G si indicano le tecnologie e gli standard di quinta generazione, successivi agli attuali definiti invece di quarta generazione, indicati con 4G ed in uso oggi in gran parte dei cellulari, tablet e dispositivi mobili a disposizione degli utenti.
Grazie a queste nuove tecniche, la cui diffusione sta iniziando, in questi mesi, anche in Italia, sarà possibile avere prestazioni e velocità di gran lunga superiori rispetto a quanto pensabile oggi, in particolare per quanto riguarda il numero di dispositivi che una singola “cella” (ossia la singola antenna dell’operatore) può servire: per dare un riferimento numerico, si passerà dagli attuali circa 10.000 dispositivi collegabili per chilometro quadrato a oltre 1.000.000. Oltre alla maggiore velocità, infatti, uno degli obiettivi principali di questo aggiornamento è quello di supportare il vertiginoso aumento di dispositivi che hanno necessità di collegarsi ad Internet, da un lato legato all’aumento demografico e tecnologico, dall’altro legato al tema dell’internet delle cose, ossia dalla necessità di collegare alla rete svariate tipologie di oggetti quali sensori, elettrodomestici, veicoli ecc. con lo scopo di farli comunicare tra loro ed offrire funzionalità avanzate.
I settori economici maggiormente interessati a questa rivoluzione saranno quelli caratterizzati da una produttività ed un’informatizzazione relativamente bassa, che potranno trarre quindi grandi benefici da questo salto tecnologico. In particolare, per quanto riguarda il settore agricolo, si parla già di smart farming: ci si riferisce, ad esempio, all’implementazione su larga scala di reti di sensori dislocati direttamente sul campo, che permetteranno la raccolta e l’elaborazione di dati tecnici quali temperatura, umidità, concentrazione di elementi chimici nel terreno, intensità e direzione del vento, precipitazioni, ecc. Tali dati potranno poi essere elaborati da sistemi di supporto alle decisioni, che, a seguito di opportune analisi, permetteranno di effettuare interventi mirati, anche in modo robotizzato, ad esempio attraverso droni.
sensore per terreno
Ma non solo: si pensi anche a uno degli strumenti più utilizzati nelle zone rurali, vale a dire il trattore. Se fosse equipaggiato con soluzioni avanzate di connettività potrebbe trasmettere in tempo reale agli operatori, i dati raccolti durante il lavoro o, addirittura, si può pensare di arrivare, progressivamente, alla guida autonoma con livelli di sicurezza elevati, garantiti dall’elaborazione live in cloud delle informazioni.
Completato lo sviluppo dell’accesso alla rete grazie al 5G, la sfida tecnologica che oggi l’industria deve affrontare è quella di sviluppare architetture e soluzioni capaci di supportare l’interoperabilità di numerosi oggetti eterogenei connessi fra loro, contenendo il più possibile i costi e garantendo le migliori prestazioni possibili.
Ma la sfida più difficile per la diffusione dello smart farming, quantomeno in Europa, sarà senza dubbio la necessaria trasformazione culturale. L'agricoltura e l'allevamento sono vissuti da secoli come attività in cui l'agricoltore o l'allevatore in prima persona, grazie alle proprie competenze e agli strumenti a disposizione, raggiungono determinati risultati. Allevatori e agricoltori si dovranno quindi convincere ad aumentare il tasso di utilizzo della tecnologia e, d’altra parte, i produttori di tecnologie dovranno evitare di mettere l'agricoltore nella posizione di fruitore di servizi sui quali non ha controllo, cercando, ad esempio, di semplificare l’utilizzo dei prodotti ed offrire la necessaria formazione.