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Con l’intento di venire incontro alle esigenze del settore florovivaistico, fortemente colpito dalle misure restrittive adottate dal Governo al fine del contrasto e del contenimento alla diffusione del virus COVID-19, lo scorso 2 aprile, la Ministra per le Politiche Agricole Teresa Bellanova ha nuovamente precisato che è consentita su tutto il territorio nazionale la vendita, anche al dettaglio, di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso e fertilizzanti, indipendentemente dal codice ATECO.
La precisazione sulla classe merceologica non è scontata in considerazione del fatto che il codice ATECO dei fiorai non è stato ricompreso nell’elenco allegato al DPCM dell’11 marzo 2020 e relativo alle attività che possono rimanere aperte.
L’obiettivo è, infatti, quello di evitare che gli operatori del settore florovivaistico siano costretti a buttare al macero gran parte della produzione di questa stagione.
La stessa Ministra Bellanova ha specificato, inoltre, che queste disposizioni valgono a patto che le Regioni o i singoli Comuni non abbiano adottato provvedimenti più restrittivi.
È quanto accaduto inizialmente in Valle D’Aosta, Lombardia e Campania, dove le rispettive ordinanze regionali, con specifico riguardo all’attività floricola, hanno vietato l’apertura dei punti vendita al dettaglio, consentendo solo quella a domicilio. In particolare, in Lombardia è stato addirittura disposto che chiunque debba uscire dalla propria abitazione si munisca di guanti e mascherine e, qualora non disponga di queste ultime, adotti altri accorgimenti per coprirsi bocca e naso, anche tramite l’uso di sciarpe o di foulard.
Quanto alla Regione Veneto, inizialmente nessun provvedimento diverso rispetto alle disposizioni nazionali era stato adottato dalla Giunta regionale.
Il 3 aprile scorso è entrata tuttavia in vigore la nuova ordinanza regionale, firmata dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che avrà validità fino al 13 aprile, salvo cessazione anticipata per effetto di quanto disposto dal Decreto Legge nazionale n. 19/2020 e salvo ulteriore proroga sulla base del medesimo Decreto.
Tale nuova ordinanza regionale dispone che “è vietata l’attività di vendita di prodotti florovivaistici, garden e simili, salva l’attività di consegna a domicilio”.
Le attività di manutenzione delle aree verdi pubbliche e private sono invece ammesse, ma limitatamente ad interventi di urgenza volti a prevenire danni alle persone ed al patrimonio arboreo e naturale, comprese le aree turistiche.
In sostanza, con questo nuovo provvedimento la Giunta regionale veneta ha adottato la stessa posizione assunta già in precedenza dalla Regione Lombardia, dove ad essere temporaneamente sospesa non è solo l’attività floristica, ma anche quella di manutenzione del verde, sia privata sia pubblica, fatti salvi gli interventi urgenti per la sicurezza delle persone e della circolazione stradale.
Come già disposto anche in Lombardia, pure in Veneto si prescrive inoltre “per venditori e compratori, uso obbligatorio di guanti monouso e mascherine e comunque garantendo copertura di naso e bocca”.
L’eccezione a questa regola generale disposta dall’ultima ordinanza veneta riguarda la possibilità di commercializzare prodotti florovivaistici all’interno degli esercizi commerciali che possano rimanere aperti, come da elenco allegato al DPCM dell’11 marzo 2020. Una nota di precisazione della stessa Regione Veneto recita infatti testualmente che “il commercio di prodotti florovivaistici è vietato in autonomi punti vendita, mentre non ne è preclusa la commercializzazione nell'ambito di esercizi commerciali legittimamente aperti per la normativa COVID-19 e in particolare nell'ambito di cosiddetti “angoli verdi dei supermercati”.
Ne consegue che la vendita al dettaglio di prodotti florovivaistici sia consentita solo nei supermercati, potendo invece i garden effettuare la vendita unicamente a domicilio.
Per quanto concerne invece l’Emilia-Romagna, l’assessore Alessio Mammi, il 30 marzo scorso, ha risposto affermativamente sull’opportunità di vendita, anche al dettaglio, di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti ed altri prodotti simili, posto che non vi sono attualmente provvedimenti regionali che vadano in direzione opposta rispetto a quanto espresso dall’art. 1, comma 1, lettera f), del DPCM dell’11 marzo 2020, che ha ammesso espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di “prodotti agricoli”. Possono quindi rimanere aperti i garden e le serre, pur nel rispetto delle norme sugli spostamenti al fine di garantire la massima sicurezza sanitaria.
In conclusione, alla luce delle ulteriori restrizioni emanate da alcune regioni, l’Associazione florovivaisti italiani ha richiesto al Governo e alla Ministra Teresa Bellanova nuovi ulteriori chiarimenti relativamente al comparto florovivaistico, che si spera non tardino ad arrivare.