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Stefania Avoni
pacchetto-ortofloro-plus Caratteristiche degli agriturismi ecosostenibili

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non solo per coloro che intendano aprire una nuova struttura agrituristica, ma anche per chi si appresta a ristrutturare il proprio agriturismo già esistente, la scelta di orientarsi verso una soluzione ecosostenibile può essere vincente. negli ultimi anni sono infatti aumentati i turisti che scelgono consapevolmente di soggiornare presso strutture ricettive che abbiano aderito ad un turismo sostenibile, al fine di preservare l’ambiente circostante. le principali caratteristiche degli agriturismi ecosostenibili sono le seguenti:. basso consumo energetico per l’adozione in via prevalente di impianti che sfruttano le energie rinnovabili, primi fra tutti quelli fotovoltaici. a tal fine, è importante anche la scelta circa l’orientamento della struttura ricettiva, dovendo essere preferita una posizione a sud;. utilizzo di lampadine a led in grado di consumare fino all’80% di energia in meno rispetto alle lampadine tradizionali ad incandescenza;. basso consumo di acqua grazie all’utilizzo di razionali tecniche di irrigazione del terreno circostante la struttura ricettiva;. personale sensibile alle tematiche ambientali. i dipendenti sono, ad esempio, consapevoli del fatto che azionare le lavatrici durante le ore diurne implica costi zero per la struttura ricettiva dotata di impianti solari termici;. consumo di prodotti a km 0 e genuini, in quanto provenienti dal territorio locale, con preferenza accordata per quelli biologici. per vincere questa grande sfida molte strutture ricettive si sono dotate di propri orti o frutteti dove coltivare le materie prime. si pensi a quegli agriturismi che propongono per colazione marmellate fatte in casa con frutti provenienti direttamente dai propri frutteti;. distribuzione nelle camere degli ospiti di kit di asciugamani e lenzuola realizzati con materiali biologici e naturali;. uso di saponi e di detergenti ecologici;. incentivo del turismo ecosostenibile attraverso la messa a disposizione degli ospiti della struttura ricettiva di bici per percorrere gli itinerari della zona senza l’uso della macchina;. utilizzo di materiali naturali e di recupero per l’arredamento interno della struttura ricettiva e preferenza accordata a vernici con pigmenti naturali e non di derivazione chimica. proprio quest’ultimo punto permette di introdurre l’argomento della c.d. bioarchitettura, che consiste nell’uso di mobili e moquette non rivestiti con colle sintetiche, quali la formaldeide, altamente dannose per la salute umana. è pertanto preferibile il legno per i rivestimenti di mobili e pavimenti, materiale che tra l’altro ha una funzione termico-isolante. al tempo stesso, è necessario prediligere il recupero del mobilio al fine di non immettere nell’ambiente eccessivo materiale il cui processo di smaltimento può richiedere innumerevoli anni. l’importanza di favorire un turismo e, in generale, una vita ecosostenibile è stata avvertita anche da importanti realtà. con l’intento di promuovere la bioarchitettura e l’economia circolare, è nata infatti l’iniziativa ikea “buy back”, volta a smaltire in modo responsabile mobili usati, che si svolgerà in 27 paesi e che sarà attiva in italia dal 27 novembre al 6 dicembre 2020. ikea si rende disponibile a ritirare i suoi mobili usati rilasciando ai clienti un buono acquisto da spendere in negozio pari al:. 50% del prezzo originale per i mobili senza alcun graffio;. 40% del prezzo originale per i mobili leggermente graffiati;. 30% del prezzo originale per i mobili che presentino diversi graffi dovuti all’usura. il buono acquisto verrà rilasciato al cliente al termine di una preventiva valutazione sullo stato del mobile oggetto di restituzione, da parte di un operatore ikea. in conclusione nel prossimo futuro si stima un aumento vertiginoso della richiesta di un turismo ecosostenibile, tanto che già oggi sono diversi gli incentivi fiscali per le strutture ricettive che decidono di orientarsi verso questa direzione. si pensi che lo stesso governo ha previsto la possibilità di beneficiare di un fondo perduto per investimenti green, da realizzarsi nel periodo 2020-2023, pari al 15% dell’importo massimo dell’investimento. stefania avoni ©riproduzione riservata
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