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C’è grande preoccupazione per le imprese agricole sulle quali incombe, a partire dal 30 giugno 2021, l’obbligo di revisione quinquennale delle macchine agricole disposto dal D.M. 20 maggio 2015.
Le officine che potrebbero effettuare le revisioni sono in attesa dell’adozione di un provvedimento attuativo con cui dovranno essere definite le modalità ed i requisiti tecnici per procedere alla revisione.
Tale provvedimento è particolarmente complesso vista l’eterogeneità delle macchine da revisionare, con caratteristiche costruttive ed operative spesso molto articolate, le cui specifiche tecniche si riflettono inevitabilmente sull’esecuzione dei controlli. La pandemia, inoltre, non ha sicuramente giovato al procedere della predisposizione di questo fondamentale documento, senza il quale non è possibile impostare l’attività di revisione.
Cosicché il calendario della revisione dei mezzi pubblicato con il D.M. 28 febbraio 2019 difficilmente potrà essere applicato, quanto meno per i mezzi agricoli più vetusti, ma ancora in uso in molte imprese agricole del Paese.
La revisione delle macchine agricole è stata più volte sollecitata dagli istituti di previdenza al fine di contrastare l’elevato numero di infortuni che interessano il mondo dell’agricoltura e dei servizi che orbitano attorno al settore primario. Anche le misure del Governo, volte ad incentivare il rinnovamento del parco mezzi delle imprese agricole per una transizione ecologica del settore, sono legate da un unico filo conduttore che mira alla modernizzazione del settore e ad un incremento della sicurezza.
Il Decreto 20 maggio 2015, a seguito delle modifiche apportate dal citato D.M. 28 febbraio 2019, stabilisce che le revisioni debbano essere effettuate con cadenza quinquennale e che le prime revisioni avrebbero dovuto essere effettuate partendo dai mezzi più datati, ed in particolare:
Sicuramente in questo contesto economico, le imprese, allo scuro dei requisiti che le macchine dovranno avere per superare la revisione, devono anche interrogarsi sulle risorse necessarie per far fronte ai costi ordinari di manutenzione dei mezzi anche della possibile incognita di dover adeguarli a specifici standard, non escludendo l’opportunità della sostituzione del mezzo.
Si tratta quindi di ulteriori costi che si prospettano alle porte delle imprese. Un rinvio di questo adempimento, associato al fatto che nel breve periodo vi saranno nuove risorse destinate alla transizione ecologica e tecnologica delle imprese, sarebbe quindi auspicabile.