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pacchetto-ortofloro-plus I riflessi della guerra in Ucraina sul comparto agroalimentare e le proposte per contromisure urgenti

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non è solo l’incremento del costo dell’energia e la ricerca di approvvigionamenti alternativi a preoccupare i paesi dell’ue, italia compresa. dall’ucraina e dalla russia importiamo grandi quantità di cereali, semi oleosi, colture proteiche e fertilizzanti. nell’immediato, sono proprio le imprese agricole a risentire della carenza di questi prodotti, il cui prezzo ha raggiunto valori mai visti e continuerà a salire. ma la preoccupazione è alta perché la dipendenza di molti paesi ue dai fornitori coinvolti nel conflitto mette a repentaglio anche la sicurezza alimentare. il protrarsi del conflitto ucraino, oltre alla grave situazione umanitaria generata, sul piano produttivo vedrà certamente una enorme riduzione delle produzioni agricole nel breve periodo, perché gran parte delle imprese agricole ucraine non sarà in grado di procedere alle semine ed alle attività che ne conseguono. sul fronte russo vi sono poi i contingentamenti delle forniture di questi prodotti come ritorsione alle misure economiche adottate dall’ue e dagli altri stati che chiedono la cessazione del conflitto. il ministro dell’agricoltura patuanelli nei prossimi giorni fornirà una informativa sulla materia al prossimo consiglio dei ministri, con proposte sia a livello nazionale sia dal punto di vista comunitario. in questo contesto, vanno valutate tutte le possibili soluzioni per incrementare la produzione interna, anche a discapito delle “buone pratiche rispettose dell’ambiente”. tale incremento produttivo è necessario sia per i nostri paesi, sia per far fronte ad una importante carenza di prodotto che potrebbe innescare gravi problematiche nei paesi meno sviluppati e possibili ulteriori crisi sociali ed umanitarie. a livello comunitario, grazie anche all’impegno dell’eurodeputato paolo de castro, membro della commissione agricoltura al parlamento ue, è stata inviata una comunicazione da parte della comagri al commissario ue, il polacco janusz wojciechowski, al quale si chiedono interventi immediati per aumentare la resilienza della filiera agroalimentare. in particolare la comagri ha chiesto “una sospensione temporanea di un anno dell'obbligo previsto dall'attuale pac di non coltivare almeno il 5% delle superfici arabili delle nostre aziende, destinandole ad aree ad alto valore ambientale. mettere a coltura tali superfici, significherebbe sfruttare oltre 8 milioni di ettari a livello europeo, di cui circa 200.000 solo in italia". secondo la commissione, a tanto ammonterebbe l'attuale superficie efa (ecological focus area) a livello ue, di cui poco più di un terzo viene sfruttato per la coltivazione di piante proteiche. de castro, illustrando l’iniziativa ha precisato che tra le richieste vi è anche “l'attivazione delle misure contro le crisi di mercato previste dal regolamento ocm, da finanziare tramite la mobilitazione della riserva di crisi pac, e la riattivazione della misura straordinaria covid prevista dal regolamento sullo sviluppo rurale, con il pagamento di un aiuto 'una tantum' fino a 7.000 euro per azienda agricola, per far fronte alla riduzione di liquidità determinata dall'impennata dei costi di produzione". in questo contesto straordinario occorre rendere più snelle le operazioni commerciali tra i paesi dell’ue, evitando qualsiasi “perturbazione o barriera” alla circolazione delle merci all’interno dell’unione europea, e proporre un’azione comune a livello internazionale per coordinare e facilitare l’importazione di materie prime strategiche. ©riproduzione riservata
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