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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge n. 41 del 21 aprile 2023, ossia la legge di conversione del D.L. n. 13/2023, prende vita il Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale.
Al CREA competerà definire i criteri per stabilire lo standard nazionale necessario per quantificare i crediti di carbonio derivanti dalle attività agroforestali.
La norma rappresenta il primo fondamentale passo per poter consentire agli agricoltori italiani di creare un vero mercato di crediti di carbonio.
La registrazione presso il CREA avverrà su richiesta dei soggetti proprietari, ovvero dai gestori di superfici agroforestali come definite dagli artt. 3 e 4, D.Lgs. n. 34/2018 e dal Piano strategico della politica comune di cui al Regolamento (UE) n. 2021/2115, che realizzano attività di rimboschimento e gestione sostenibile agricola e forestale aggiuntive rispetto a quelle previste dalla vigente normativa europea e nazionale del settore.
Entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione (dal 22 aprile 2023), il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, previa intesa nella Conferenza Stato - Regioni, dovrà adottare le linee guida volte ad individuare i criteri per la certificazione dei crediti di carbonio e l’attuazione del registro dei crediti CO2, nonché le pratiche aggiuntive di gestione sostenibile ammesse.
Entro ulteriori 60 giorni, il Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, con apposito decreto, dovrà poi definire le modalità di iscrizione, aggiornamento e controllo dei crediti registrati.
Sul piano fiscale, l’Agenzia delle Entrate con la Risposta a interpello n. 365/2020 ha indicato che i redditi derivanti dalla cessione dei crediti di emissione di CO2 non rientrano nel regime di tassazione forfettario delle attività connesse di cui all’art. 56-bis, TUIR, ma concorrono alla formazione dei redditi d’impresa ai sensi dell’art. 85, TUIR.
Tuttavia, nella riforma fiscale che il Governo si appresta a varare, tali crediti potrebbero essere ricondotti ai valori ricompresi nella rendita catastale. L’intento della riforma, in particolare, sarebbe quello di riconoscere l’importanza dell’attività agricola per la tutela dell’ambiente e del paesaggio, prevedendo l’inserimento del corrispondente reddito in quello fondiario. Il richiamo ai beni immateriali inserito nella legge delega potrà consentire l’inserimento dei proventi derivanti dalla cessione dei carbon credit nel reddito agrario (art. 32, TUIR).