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Le copiose precipitazioni che hanno interessato il territorio della Romagna fin dai primi giorni di maggio, provocando allagamenti diffusi ed estesi, esondazioni, frane e causando vittime, danni ad edifici residenziali e produttivi, nonché alle infrastrutture ed alla viabilità, hanno messo in crisi un’estesa area di questo territorio.
A seguito degli ulteriori fenomeni che si sono verificati dal 15 al 17 maggio, si è assistito all’esondazione di 23 fiumi. Sono ben 42 i Comuni della Regione che hanno subito eventi alluvionali. Gli eventi franosi interessano 58 Comuni con l’interruzione di oltre 400 strade comunali, provinciali e statali.
Tutti questi eventi hanno reso necessaria l’evacuazione di oltre 36.000 persone, senza considerare poi i danni alle attività produttive.
I fenomeni hanno poi interessato anche la parte settentrionale della Regione Marche, sia con eventi alluvionali che franosi.
Nella giornata di oggi è previsto il vaglio da parte del Consiglio dei Ministri di una serie di primi interventi per affrontare l’emergenza e organizzare le misure per la sistemazione delle famiglie sfollate e la ripartenza delle attività economiche.
Lo scorso 4 maggio, con Delibera del Consiglio dei Ministri, a fronte dei primi eventi calamitosi, era stato dichiarato lo stato di emergenza per i territori delle Province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena, con lo stanziamento dei primi fondi per la gestione dell’emergenza (10 milioni di euro). Lo stato di emergenza dovrà essere esteso anche agli ulteriori territori oggetto degli eventi che si sono verificati la scorsa settimana, comprendendo la provincia di Rimini ed alcune aree delle Marche.
La Regione Emilia-Romagna ha presentato al Governo una Dichiarazione congiunta realizzata insieme alle associazioni d’impresa, ai professionisti, gli istituti bancari, gli enti del terzo settore e le organizzazioni sindacali, proponendo la tempestiva nomina di un Commissario straordinario per la ricostruzione in piena continuità con la gestione dell’emergenza.
Tra le richieste vi è l’accesso alle risorse del Fondo di solidarietà dell’Unione Europea di cui al Regolamento (CE) n. 2012/2002. Tale Fondo è stato introdotto dalla UE proprio per intervenire in occasione di gravi catastrofi naturali, attraverso un sostegno finanziario, per contribuire a ripristinare rapidamente condizioni di vita normale in tutte le Regioni sinistrate.
Inoltre, anche attraverso la costituzione di un Comitato istituzionale e di indirizzo nonché di una struttura tecnica, si vorrebbero snellire e velocizzare i processi autorizzativi e decisionali inerenti gli indennizzi.
Tra le diverse richieste avanzate vi è quella di mezzi e risorse per il primo soccorso e la messa in sicurezza delle persone, delle aziende e delle infrastrutture.
Per le famiglie e le imprese, come già avvenuto in altre analoghe situazioni, si propone la sospensione dei termini per gli adempimenti tributari e contributivi, prevedendo anche una rateizzazione degli importi sospesi al termine del periodo di sospensione.
Anche per quanto riguarda gli adempimenti in capo alle persone fisiche ed alle imprese dovrebbe essere concessa una proroga (ad esempio, deposito dei bilanci, presentazione delle dichiarazioni annuali, termini per bonus edilizi, ecc.).
Il blocco dei pagamenti dei mutui già previsto nella prima fase emergenziale, dovrà essere esteso alla provincia di Rimini e alle località interessate dagli eventi calamitosi della vicina Regione Marche. Tra le proposte avanzate vi è anche il blocco del pagamento delle rate dei leasing.
Sul lato dei ristori, dovrà essere definito un apposito piano con lo stanziamento di adeguate risorse per il supporto di famiglie e imprese, prevedendo l’esenzione dei contributi elargiti da ogni tipo di tassazione.
I contributi dovranno essere forniti per gli interventi:
Inoltre, dovranno essere concessi dei contributi anche per sostenere le famiglie e le imprese che hanno dovuto abbandonare le proprie residenze o i centri produttivi, prevedendo indennizzi per i maggiori costi sostenuti per gli affitti e la delocalizzazione temporanea delle attività.
Anche sul piano delle attività lavorative, oltre al finanziamento degli ammortizzatori sociali, dovrà essere incentivato, ove possibile, lo smart working.
Superata la prima fase emergenziale, conclusa la rilevazione e la stima dei danni, dovranno essere pianificati una serie di interventi, anche straordinari, per la manutenzione e la messa in sicurezza del territorio. Per tale fase si propone di valutare la possibilità di accedere ai fondi del PNRR, da affiancare alle altre risorse che il Governo riuscirà a reperire.
In base alle indicazioni fornite prima della riunione del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Ambiente avrebbe proposto uno stanziamento di 2,5 miliardi di euro per il 2024, 2025 e 2026 solo per i programmi triennali di interventi che le autorità di bacino dovranno adottare entro il prossimo 30 giugno.
Per la copertura delle risorse necessarie nell’immediato si ipotizza anche l’istituzione di lotterie aggiuntive e l’utilizzo di proventi derivanti dal ricavato della vendita di beni sequestrati alla criminalità.
In passato, le risorse sono state reperite anche attraverso l’istituzione di apposite “tasse di scopo”, come ad esempio sui carburanti.
Occorrerà comprendere prima l’entità degli interventi necessari, pertanto la riunione del Consiglio dei Ministri prevederà interventi in relazione alle principali misure ritenute necessarie. In base alle notizie circolate nella serata di ieri, le risorse che saranno messe a disposizione in questa prima fase ammonterebbero a 100 milioni di euro.