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La Rivista | nº 03 Marzo 2019


Allevatori, il vento sta cambiando!

di Luciano Mattarelli, direttore responsabile

Tutto il comparto dell’agricoltura, negli ultimi sessant’anni, ha subito e sta subendo profondi cambiamenti, una vera e propria metamorfosi che, dal piccolo coltivatore o dal mezzadro che produceva per la propria famiglia (e per il fattore), ha portato all’odierna azienda agricola multifunzionale, all’interno della quale si svolgono le attività più disparate.

La richiamata evoluzione non ha escluso il settore degli allevamenti, un settore che oggi può godere di tante e nuove opportunità.

A fronte di un mondo nuovo, basato sulla digitalizzazione delle informazioni e su sistemi di accertamento sempre più automatici, occorre che anche gli allevatori inizino a cambiare la propria mentalità: è ora di abbandonare retaggi ormai superati, prendendo consapevolezza che fare impresa nel 2019 presenta grandi possibilità, fino a qualche anno fa impensabili, ma, allo stesso tempo, comporta rischi sino ad oggi sottovalutati.

Rispetto a venti o a trent’anni fa, infatti, il settore agricolo è oggi soggetto ad una maggiore attenzione da parte dell’Amministrazione e Guardia di Finanza, nonché dalle aziende sanitarie, dagli enti di previdenza, dai comuni e dalle province che, in maniera capillare, stanno controllando che le attività siano svolte secondo quanto previsto dalle norme di legge.

Il vero problema sta nel fatto che, per lunghi anni, il mondo dell’agricoltura non è stato particolarmente attenzionato e questo ha determinato una sorta di tranquillità, del tutto infondata, che ha innescato certezze che in realtà non sarebbero dovute esistere.

Il sistema si è retto su una disciplina normativa vetusta e lacunosa, tenuta insieme da una prassi amministrativa altrettanto datata e da interventi giurisprudenziali a dir poco sporadici, con i quali si è tentato di dare coerenza all’intero sistema. Ciò, però, ha favorito il proliferare di situazioni grigie, originando un acquitrino melmoso di interpretazioni, più o meno creative, all’interno del quale tutto può diventare possibile.

Oggi, però, la lente d’ingrandimento dei controllori si sta progressivamente spostando su questo settore denso di opportunità, di agevolazioni e finanziamenti, ma soprattutto un settore in cui si stanno scoprendo sempre più diffuse problematiche ed irregolarità.

È fondamentale, però, che gli allevatori capiscano che il binomio maggiori controlli e dubbia legalità diffusa rappresenta un rischio troppo grande per poter essere ignorato, anche se, per lunghi anni, tutto è andato bene.

Sottovalutare i pericoli di questa situazione, infatti, potrebbe rappresentare la fine di attività floride e consolidate. E non si tratta di fare allarmismo.

Mentre negli altri settori produttivi un accertamento fiscale può comportare la contestazione di un maggior reddito che può essere ridotto mediante un accordo con l’Amministrazione, nel mondo dell’agricoltura, invece, le cose funzionano diversamente: in caso di disconoscimento dell’esercizio dell’attività agricola, di decadenza dalla tassazione su base catastale, del mancato riconoscimento di attività connesse, del mancato rispetto dei principi della soccida, ecc., il reddito dell’intera attività agricola potrebbe essere integralmente rideterminato in maniera analitica, con conseguenze estremamente pesanti dal punto di vista economico e con risvolti che possono sfociare anche sul piano penale.

C’è un ulteriore aspetto che può rendere ancora più pericolosa la posizione degli operatori del settore agricolo e degli allevatori: le tante peculiarità della disciplina fiscale e civilistica agricola.

Sembrerà infatti banale, ma spesso i soggetti deputati a svolgere controlli su aziende agricole e agricoltori hanno una preparazione del tutto generalista e raramente conoscono le specificità del mondo dell’agricoltura.

Questa “ignoranza”, spesso, genera danni incalcolabili ed irreversibili. Infatti, la mancata comprensione delle situazioni di fatto da parte dei verificatori è in grado di generare accertamenti infondati e, al contempo, estremamente penalizzanti per il contribuente.

Oltre a ciò, occorre registrare come molti guardino con grande sospetto al mondo dell’agricoltura, alle agevolazioni fiscali e alle risorse che essa attrae. Bisognerebbe però ricordare che tali “benefici” sono attribuiti in funzione delle peculiarità proprie di questo settore, caratterizzato dalla totale dipendenza dai fenomeni meteorologici e climatici, ma anche dalla sua centralità rispetto a tutti gli altri comparti produttivi, i quali in gran parte dipendono proprio da quello agricolo.

Concludendo, quindi, ritengo opportuno invitare allevatori e agricoltori tutti a muoversi con grande cautela, valutando l’impostazione dei processi e delle attività svolte dalle proprie aziende, condividendo con i propri consulenti ogni possibile novità e favorendo la massima trasparenza verso l’esterno.

Consiglio inoltre di valutare con molta attenzione l’opportunità di far redigere da professionisti altamente specializzati nel settore agricolo, un check up della propria posizione fiscale al fine di far emergere eventuali situazioni a rischio che potrebbero essere preventivamente sanate.

Solo così sarà possibile dormire sonni tranquilli e continuare a dedicare le proprie attenzioni alla crescita e allo sviluppo della propria attività.

 





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