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Senza dubbio, la novità assoluta di questo inizio anno è stata l’introduzione della fatturazione elettronica, la quale rappresenta una rivoluzione copernicana che sta mettendo in luce numerose modifiche di tipo organizzativo e culturale all’interno degli studi e nelle aziende. Non si tratta però dell’unico cambiamento che il 2019 porterà in dote.
Molto più in sordina, infatti, è passato il provvedimento relativo alle nuove procedure di controllo e di allerta che, dalle prime stime, dovrebbe coinvolgere oltre 180.000 società di capitali in Italia.
Ci si riferisce, in particolare, alla nuova procedura di allerta disciplinata dall’art. 14 del decreto legislativo approvato in data 10 gennaio 2019 dal Consiglio dei Ministri che, in attuazione della legge n. 155 del 19/10/2017 («Delega al Governo per la riforma delle discipline della crisi di impresa e dell'insolvenza» in GU Serie Generale n. 254 del 30/10/2017), introduce il nuovo “Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza”.
Senza voler entrare nel merito degli aspetti tecnici di questa nuova normativa, è opportuno evidenziare come essa comporterà uno sconvolgimento del tradizionale assetto organizzativo, amministrativo e contabile in funzione di un nuovo sistema che consentirà un monitoraggio costante della gestione dell’impresa, con la possibilità di accedere ad un flusso costante di dati che permettano di assumere, al bisogno, tempestive ed idonee iniziative da parte di chi dirige l’impresa.
Il nuovo provvedimento coinvolge gli amministratori, gli organi di controllo (Sindaci e Revisori) e i professionisti incaricati alla tenuta della contabilità ed ha come obiettivo quello di garantire la continuità aziendale tramite un costante controllo non solo della contabilità, ma anche dei flussi di cassa, dei debiti scaduti per tipologia di creditore, e così via.
Da un lato, quindi, saranno richieste verifiche periodiche e costanti; dall’altro cambierà il livello di responsabilità degli amministratori, i quali saranno chiamati ad attivare tempestivamente misure correttive a fronte di significative debolezze individuate, oppure a monitorare per tempo omessi pagamenti di debiti.
Anche all’organo di controllo spetterà il compito di svolgere attività supplementari: infatti, una volta riscontrati fondati indizi di crisi, i controllori dovranno effettuare specifiche segnalazioni scritte all’organo gestionale e chiedere quali provvedimenti e iniziative intenda assumere nel termine massimo di trenta giorni. Pertanto, con tempi brevissimi.
In caso di mancata o inadeguata risposta, poi, l’organo di controllo dovrà inviare apposita segnalazione all’organismo di composizione della crisi d’impresa al fine di essere escluso da responsabilità.
Procedure di allerta e procedure di composizione della crisi: a tali elementi la normativa si affida per lo sviluppo di un maggior controllo e una miglior gestione da parte della società, ma anche di una maggiore responsabilizzazione dei creditori, attraverso l’instaurazione di un rapporto negoziale tra creditori e debitori nell’ottica di una collaborazione tra le parti che sia funzionale ad una gestione non conflittuale della relazione. di Luciano Mattarelli, direttore responsabile
Tale rapporto dovrà essere amministrato anche grazie alla competenza di professionisti specializzati, il cui ruolo sarà sempre più centrale nella gestione di fasi ed aspetti delicati nella vita di un’azienda.
Professionisti, però, che dovranno riuscire a portare reale valore aggiunto e che potranno evitare agli imprenditori danni di entità ben maggiore rispetto al (giusto) costo delle loro prestazioni.
Pertanto, anche gli studi professionali dovranno adeguarsi a questi nuovi provvedimenti, aggiornandosi ed organizzando nuovi canali per creare flussi informativi costanti con gli organi di controllo delle società al fine di poter ottenere informazioni sempre tempestive e individuare per tempo eventuali segnali di crisi.
Stesso ragionamento vale anche per le banche, principali fornitori dell’impresa, e per gli altri intermediari finanziari (consorzi fidi, società di factoring, finanziarie, ecc...), i quali assumeranno un ruolo ancora più importante in quanto dovranno essere sempre informati sulle variazioni finanziarie che potrebbero creare situazioni di allerta.
Indubbiamente, questo inizio d’anno ha portato grandi novità. Da ciò derivano altrettanto grandi opportunità: infatti, il legislatore ha creato le condizioni affinché il legame tra professionista e l’impresa agricola possa diventare sempre più forte e strutturato.
Queste novelle normative creano un nuovo mercato, che consentirà anche alle imprese di piccole dimensioni di dotarsi di strumenti contabili che potranno essere utilizzati tanto per prevenire le crisi, quanto come “bussole” in grado di orientare un percorso di crescita e rafforzamento dell’azienda.
Per raggiungere tale obiettivo, però, decisivo sarà il contributo del professionista, il quale dovrà creare un rapporto di grande sinergia e collaborazione con l’imprenditore, il quale, da parte sua, gli dovrà consegnare “le chiavi amministrative” dell’azienda. Un atto di fiducia, a cui dovremo rispondere con competenza e risultati. Ora la sfida è farsi trovare pronti.
Inoltre, si spera che questo cambiamento possa riportare il professionista a fare il “confessore” dell’imprenditore, quello a cui ci si rivolgeva per ottenere una consulenza e non solo per adempiere a degli obblighi burocratici.