Come di consueto, con l’approssimarsi delle festività natalizie torniamo a esaminare il trattamento fiscale applicabile agli omaggi concessi a clienti e lavoratori dipendenti dell’impresa. A tal fine è necessario distinguere se i beni omaggio formano o meno l’oggetto dell’attività dell’impresa e se gli stessi sono concessi a clienti o dipendenti. Le imprese agricole che determinano il reddito su base catastale (e non sono assoggettate a IRAP), devono osservare le regole IVA di seguito illustrate in caso di adozione della contabilità ordinaria.
Omaggio di beni non oggetto dell’attività
Aspetti IVA degli omaggi ai clienti di beni non oggetto dell’attività
La detrazione dell’IVA corrisposta per l’acquisto dei beni da destinare ad omaggi, costituenti spese di rappresentanza, è collegata al costo dei singoli beni.
Infatti, ancorché l’imposta assolta sulle spese considerate di rappresentanza (sulla base della definizione prevista per le imposte sui redditi) non sia ammessa in detrazione, per i beni di costo unitario non superiore a 50 euro è comunque ammessa l’integrale detrazione dell’IVA a credito.
L’art. 2, comma 2, n. 4, D.P.R. n. 633/1972, esclude dal novero delle operazioni soggette a IVA le cessioni gratuite di beni non oggetto dell’attività d’impresa, qualora di costo unitario non superiore a 50 euro. Inoltre, poiché tale disposizione stabilisce che non costituiscono cessioni rilevanti agli effetti dell’IVA le cessioni gratuite di beni per i quali, all’atto dell’acquisto, non sia stata operata la detrazione dell’imposta, dal combinato disposto degli artt. 2, comma 2, n. 4 e 19-bis.1, comma 1, lett. h), D.P.R. n. 633/1972, risulta che la cessione gratuita alla clientela di beni non oggetto dell’attività d’impresa è sempre irrilevante ai fini IVA, a prescindere dall’ammontare del relativo costo unitario.
In sede di consegna dei beni costituenti l’omaggio, pertanto, non è richiesta l’emissione di alcun documento fiscale, anche se è opportuno emettere un D.D.T. recante la causale “omaggio”, precisando che trattasi di beni non di propria produzione e commercio, per certificare l’identità del destinatario e attestare la natura di spese di rappresentanza.
Da ultimo si evidenzia che la previsione di indetraibilità dell’IVA assolta sugli acquisti di alimenti e bevande non oggetto dell’attività propria dell’impresa, non opera per gli acquisti di alimenti e bevande (ad esempio, torrone, panettone, spumante, ecc.) di valore unitario non superiore a 50 euro, la cui successiva cessione gratuita rientra tra le spese di rappresentanza.
Aspetti reddituali degli omaggi ai clienti di beni non oggetto dell’attività
I costi sostenuti per l’acquisto dei beni da destinare a omaggio, allocabili tra le spese di rappresentanza, sono deducibili nell’anno del loro sostenimento.
In particolare:
- i beni di costo unitario non superiore a 50 euro sono interamente deducibili senza subire alcuna limitazione (nel computo della soglia di 50 euro deve essere considerata anche l’eventuale IVA indetraibile);
- i beni di costo unitario superiore a 50 euro e le prestazioni gratuite di qualsiasi importo (come pure i titoli rappresentativi delle stesse come, ad esempio, l’omaggio di una tessera per fruire dei servizi di una palestra) sono deducibili nel limite di un plafond parametrato ai ricavi dell’impresa, come risultante dal Modello Redditi del periodo d’imposta di sostenimento dei costi.
RICAVI E PROVENTI GESTIONE CARATTERISTICA |
IMPORTO DEDUCIBILE |
Fino a 10 milioni di euro |
1,5% |
Per la parte eccedente 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro |
0,6% |
Per la parte eccedente 50 milioni di euro |
0,4% |
La quota delle spese di rappresentanza eccedente i sopraindicati limiti è interamente indeducibile e non può essere neppure riportata a nuovo negli esercizi successivi. |
Ai fini della determinazione dell’importo deducibile non si deve tenere conto delle spese relative ai beni omaggio di valore unitario non superiore a 50 euro (ed integralmente deducibili); infatti, nel monte delle spese di rappresentanza, da raffrontare ai ricavi e proventi dell’impresa, rientrano soltanto gli omaggi di valore unitario superiore a 50 euro.
I contribuenti che adottano la contabilità semplificata per cassa possono dedurre le spese di rappresentanza avendo riguardo al periodo d’imposta del loro pagamento (principio di cassa), ferme restando le limitazioni alla deducibilità previste per le spese di rappresentanza. In caso di opzione per la presunzione legale secondo cui la data di registrazione dei documenti coincide con quella d’incasso o pagamento, la deduzione dei costi può avvenire nel periodo di annotazione della fattura nel registro IVA acquisti.
Un’ultima annotazione: qualora l’omaggio sia costituito da più beni in un’unica confezione (cesto natalizio) di costo complessivo superiore a 50 euro, occorre aver riguardo al costo dell’intera confezione, considerando dunque indetraibile l’IVA e destinando la quota di costo al monte delle spese di rappresentanza (da raffrontare al tetto massimo definito dalla percentuale dei ricavi dell’attività caratteristica), anche se il costo dei singoli beni contenuti nella confezione è singolarmente inferiore alla soglia di 50 euro.
Aspetti IRAP degli omaggi ai clienti di beni non oggetto dell’attività
Ai fini IRAP è necessario distinguere in base alla metodologia adottata dal contribuente per la determinazione della relativa base imponibile:
- per i contribuenti che adottano il metodo da bilancio (soggetti IRES e soggetti IRPEF che hanno esercitato l’apposita opzione), le spese di rappresentanza, allocate alla voce B.14 di Conto Economico, sono interamente deducibili ai fini IRAP;
- per i contribuenti che applicano il metodo fiscale, invece, le spese sostenute per i beni da destinare a omaggio sono indeducibili ai fini IRAP (si ritiene, tuttavia, che tale regime di indeducibilità operi limitatamente agli omaggi d’importo superiore a 50 euro).
Aspetti contabili degli omaggi a clienti
I costi sostenuti per l’acquisto dei beni da destinare a omaggio devono essere allocati in bilancio alla voce B.14, “Oneri diversi di gestione”, di Conto Economico. Gli omaggi costituiti da prestazioni di servizio, invece, devono essere contabilizzati alla voce B.7, “Costi della produzione per servizi”, di Conto Economico.
Aspetti IVA degli omaggi ai dipendenti di beni non oggetto dell’attività
I beni ceduti gratuitamente ai lavoratori dipendenti e ai soggetti fiscalmente loro assimilati sono privi del requisito dell’inerenza all’attività esercitata dall’impresa e non rientrano neppure nella categoria delle spese di rappresentanza. Di conseguenza, l’IVA assolta sull’acquisto di tali beni risulta indetraibile, indipendentemente dall’ammontare del relativo costo.
Tale regime di indetraibilità IVA determina l’esclusione da IVA della successiva cessione gratuita (non è quindi richiesta l’emissione di alcun documento fiscale).
Aspetti reddituali degli omaggi ai dipendenti di beni non oggetto dell’attività
Il costo sostenuto per l’acquisto dei beni da destinare a omaggio ai dipendenti è deducibile dal reddito dell’impresa ai sensi dell’art. 95, comma 1, TUIR (che, tra le spese per prestazioni di lavoro dipendente deducibili, annovera anche quelle sostenute in denaro o in natura a titolo di liberalità a favore dei dipendenti).
Affinché l’omaggio natalizio non concorra alla formazione del reddito del dipendente destinatario del bene, è tuttavia necessario che le erogazioni in natura concesse nello stesso periodo d’imposta al lavoratore non superino la soglia di 3.000 euro (nuova soglia prevista per il 2022 dall’art. 3, comma 10, D.L. n. 176/2022). Il superamento della soglia, peraltro, determina l’integrale imponibilità del valore del fringe benefit concesso al lavoratore dipendente.
A tal proposito si evidenzia che l’art. 12, comma 1, D.L. n. 115/2022, ha ricompreso tra le liberalità in esame anche le somme erogate o rimborsate dal datore di lavoro per le spese relative alle utenze domestiche di acqua, elettricità e gas dei lavoratori dipendenti che, pertanto, devono essere considerate ai fini del computo della soglia di 3.000 euro.
Invece, il c.d. bonus carburante di cui all’art. 2, D.L. n. 21/2022, che i datori di lavoro possono riconoscere nel 2022 ai propri dipendenti nel limite massimo di 200 euro ciascuno, rappresenta un’agevolazione ulteriore e autonoma rispetto alle erogazioni liberali in esame e, pertanto, il relativo valore non deve essere considerato ai fini della verifica del superamento o meno della soglia limite di 3.000 euro.
Aspetti IRAP degli omaggi ai dipendenti di beni non oggetto dell’attività
I costi sostenuti per l’acquisto dei beni da destinare a omaggio ai dipendenti rientrano tra le spese per il personale e, pertanto, non sono deducibili ai fini IRAP neppure se allocati alla voce B.9 di Conto Economico.
Omaggio di beni oggetto dell’attività
Tra i beni oggetto dell’attività rientrano quei beni la cui produzione o commercio rientra nell’attività propria dell’impresa. Quando l’impresa è diretta, come finalità propria, allo svolgimento di più attività come, ad esempio, alla produzione o allo scambio di più categorie di merci, prodotti e servizi, queste vanno considerate tutte come attività proprie, senza aver riguardo all’eventuale prevalenza quantitativa dell’una rispetto alle altre.
Aspetti IVA degli omaggi a clienti di beni oggetto dell’attività
La cessione gratuita dei beni prodotti o commercializzati dall’impresa a favore dei clienti è da assoggettare a IVA poiché, nella generalità dei casi, l’imposta corrisposta su tali acquisti è stata ordinariamente detratta. La base imponibile della cessione è costituita dal prezzo di acquisto o di costo del bene.
La rivalsa dell’IVA non è obbligatoria e, nella generalità dei casi, non è operata (l’imposta rimasta a carico del cedente costituisce un costo indeducibile).
A tal scopo l’impresa può:
- emettere fattura senza rivalsa dell’IVA nei confronti del cliente (precisando nel documento che trattasi di cessione gratuita di beni omaggio ai sensi dell’art. 18, D.P.R. n. 633/1972);
- istituire il c.d. registro degli omaggi (ove annotare giornalmente la base imponibile dei beni ceduti, l’aliquota e la relativa imposta, che confluisce nella liquidazione IVA del periodo); oppure
- emettere autofattura (per ciascun singolo omaggio o per tutti quelli effettuati nel medesimo mese solare).
In alternativa è possibile emettere fattura con rivalsa dell’IVA, precisando che è dovuta la sola IVA.
Al fine di evitare tali articolati adempimenti, è comunque possibile non detrarre l’IVA a credito dei beni da destinare a omaggio, rendendo così esclusa da imposta la successiva cessione gratuita.
Da ultimo si evidenzia che le autofatture per omaggi devono essere emesse in formato elettronico, riportando i dati del cedente/prestatore sia nella sezione “Dati del cedente/prestatore”, sia nella sezione “Dati del cessionario/committente”, e indicando il codice “TD27” nel campo “Tipo documento”.
Aspetti reddituali degli omaggi a clienti di beni oggetto dell’attività
I costi sostenuti per l’acquisto o la produzione dei beni da destinare a omaggio rientrano tra le spese di rappresentanza e, pertanto, sono deducibili nell’anno del loro sostenimento.
In particolare:
- i beni di costo unitario non superiore a 50 euro sono interamente deducibili senza subire alcuna limitazione (nel computo della soglia di 50 euro deve essere considerata anche l’eventuale IVA indetraibile);
- i beni di costo unitario superiore a 50 euro e le prestazioni gratuite di qualsiasi importo (come pure i titoli rappresentativi delle stesse come, ad esempio, l’omaggio di una tessera per fruire dei servizi di una palestra) sono deducibili nel limite di un plafond parametrato ai ricavi dell’impresa, come risultanti dal Modello Redditi del periodo d’imposta di sostenimento dei costi.
RICAVI E PROVENTI GESTIONE CARATTERISTICA |
IMPORTO DEDUCIBILE |
Fino a 10 milioni di euro |
1,5% |
Per la parte eccedente 10 milioni di euro e fino a 50 milioni di euro |
0,6% |
Per la parte eccedente 50 milioni di euro |
0,4% |
La quota delle spese di rappresentanza eccedente i sopraindicati limiti è interamente indeducibile e non può essere neppure riportata a nuovo negli esercizi successivi. |
Ai fini della determinazione dell’importo deducibile non si deve tenere conto delle spese relative ai beni omaggio di valore unitario non superiore a 50 euro; nel monte delle spese di rappresentanza, da raffrontare ai ricavi e proventi dell’impresa, rientrano pertanto solo gli omaggi di valore unitario superiore a 50 euro.
Con R.M. n. 27/E/2014, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che per i beni autoprodotti dall’impresa, il valore unitario degli stessi (superiore o meno alla soglia di 50 euro) deve essere riferito al valore di mercato di cui all’art. 9, TUIR. Tale parametro, tuttavia, rileva soltanto al fine di qualificare il regime fiscale applicabile all’operazione, ossia se i costi sostenuti per produrre il bene da destinare a omaggio siano interamente deducibili, oppure costituiscano spese di rappresentanza da rapportare al plafond di deducibilità in rapporto ai ricavi dell’impresa.
Pertanto, se il valore di mercato del bene autoprodotto è superiore a 50 euro, il costo dell’omaggio è deducibile in rapporto ai ricavi dell’impresa, e al plafond di deducibilità concorre il costo di produzione effettivamente sostenuto dall’impresa (non il valore di mercato del bene), indipendentemente dal suo ammontare (inferiore o meno a 50 euro). Qualora, invece, il valore dell’omaggio autoprodotto sia inferiore o uguale a 50 euro, il costo effettivamente sostenuto per la produzione beneficia della deduzione integrale.
Aspetti IVA degli omaggi a dipendenti di beni oggetto dell’attività
La cessione gratuita ai lavoratori dipendenti e ai soggetti fiscalmente assimilati di beni prodotti o commercializzati dall’impresa costituisce una cessione imponibile, poiché l’IVA sui relativi acquisti è ordinariamente detratta.
Così come previsto per gli omaggi ai clienti dell’impresa, è dunque possibile emettere fattura con o senza rivalsa dell’IVA, istituire il registro degli omaggi oppure emettere autofattura.
Aspetti reddituali degli omaggi a dipendenti di beni oggetto dell’attività
Il costo sostenuto per l’acquisto dei beni da omaggiare ai dipendenti è deducibile dal reddito dell’impresa ai sensi dell’art. 95, comma 1, TUIR.
Affinché l’omaggio natalizio non concorra alla formazione del reddito del dipendente destinatario del bene, è necessario che le erogazioni in natura concesse nello stesso periodo d’imposta al lavoratore non superino la soglia di 3.000 euro. Il superamento della soglia, peraltro, determina l’integrale imponibilità del valore del fringe benefit concesso al dipendente.
Aspetti IRAP degli omaggi a dipendenti di beni oggetto dell’attività
I costi sostenuti per i beni da destinare a omaggio ai dipendenti rientrano tra le spese per il personale e, pertanto, non sono deducibili ai fini IRAP neppure se allocati dalla voce B.9 di Conto Economico.
Le feste e i ricevimenti in occasione delle festività natalizie
Con Circolare n. 34/E/2009, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che le spese sostenute dall’impresa per le feste e i ricevimenti organizzati in occasione di ricorrenze aziendali o festività religiose e nazionali, sono da considerare spese di rappresentanza, salvo che all’evento partecipino soltanto i dipendenti dell’impresa.
Le spese sostenute per il pranzo di Natale o il cenone di Capodanno cui partecipano soltanto i dipendenti dell’impresa non rientrano, invece, tra quelle di rappresentanza, poiché è del tutto assente il requisito dell’attività promozionale del prodotto aziendale; le stesse rientrano quindi tra le liberalità a favore dei dipendenti, deducibili con il doppio limite:
- del 75% del costo sostenuto (art. 109, comma 5, TUIR), come per le spese per alberghi e ristoranti;
- del 5‰ dell’ammontare delle spese per prestazioni di lavoro dipendente (art. 100, comma 1, TUIR), come risultante dalla dichiarazione dei redditi.
L’IVA corrisposta su tali spese è invece interamente indetraibile, giacché connessa a costi privi del requisito dell’inerenza con l’esercizio d’impresa.
Infine, il costo è deducibile ai fini IRAP per i soggetti che applicano il metodo da bilancio, mentre è indeducibile per i soggetti che determinano l’imposta con il metodo fiscale.
Qualora all’evento partecipino anche soggetti terzi rispetto all’organico aziendale (ad esempio, clienti, rappresentanti delle istituzioni, giornalisti, ecc.), le spese sostenute sono qualificate come di rappresentanza e, pertanto, sono deducibili ai fini delle imposte sul reddito nel limite del 75% e, comunque, in proporzione (1,5% - 0,6% - 0,4%) ai ricavi e proventi della gestione caratteristica.
Gli omaggi dei lavoratori autonomi
I lavoratori autonomi, per i quali non trova applicazione la distinzione tra beni oggetto o meno dell’attività, devono assoggettare a IVA le cessioni gratuite di beni dal costo unitario inferiore a 50 euro (in alternativa è possibile non operare la detrazione dell’IVA a credito, rendendo così esclusa da IVA la successiva cessione gratuita).
Le cessioni di beni di costo unitario superiore a 50 euro sono invece sempre escluse da IVA, poiché è preclusa la detrazione dell’imposta a credito.
Relativamente all’IRPEF, le spese per omaggi (ricomprese tra quelle di rappresentanza) sono deducibili nel limite dell’1% dei compensi percepiti nel periodo d’imposta. Ai sensi dell’art. 54, comma 5, TUIR, infatti, il costo dei beni destinati a omaggio concorre a tale limite.
Ai fini IRAP, infine, al pari dei costi del personale, anche i costi sostenuti per gli omaggi sono indeducibili dal valore della produzione.
Gli omaggi dei contribuenti minimi
Con riguardo ai soggetti che applicano il regime di vantaggio di cui all’art. 27, D.L. n. 98/2011 (ossia, il c.d. regime dei “contribuenti minimi”), l’Agenzia delle Entrate ha precisato che le spese per omaggi sono interamente deducibili nel periodo di sostenimento, qualora relative a beni di valore pari o inferiore a 50 euro.
Qualora il valore dei beni omaggio superi la soglia di 50 euro, invece, le spese sono annoverabili tra quelle di rappresentanza e, pertanto, sono deducibili secondo i criteri e i limiti dettati dal D.M. 19 novembre 2008.
Gli omaggi dei contribuenti forfettari
Il regime forfettario prevede che il reddito imponibile sia determinato applicando il coefficiente di redditività previsto per la specifica attività svolta dal contribuente, all’ammontare dei ricavi o compensi percepiti nel periodo d’imposta. Di conseguenza, le spese per omaggi non assumono alcuna rilevanza ai fini della determinazione del reddito.
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