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Quella che ci ha colpito così rapidamente è una crisi che coinvolge tutti, che tocca le corde più intime del nostro essere, che blocca o rallenta le attività produttive, che mette in discussione non solo il presente, ma anche il domani.
Questa, in particolare, rispetto ad altre crisi finanziarie o energetiche, ha toccato rapidamente e senza compromessi l’aspetto emotivo: “tanto non succederà” oppure “a noi non toccherà” o, ancora, “è grave fermiamo tutto”!
L’aspetto emotivo, è umano, fa parte di noi e, di fronte all’ignoto, all’inimmaginabile, spesso è facile che questo prenda il sopravvento sulla parte razionale.
Cedere all’emozione, in momenti come questi, non aiuta, non ci mantiene lucidi nelle previsioni e nelle azioni da mettere in atto per risolvere la crisi. In simili frangenti, infatti, non aiutano gli individualismi, i campanilismi politici e non, le interpretazioni personali, i post, spesso fuori luogo, talvolta utili; tutto diventa più complesso e non è facile reagire con determinazione e forza.
Una scarsità di visione comune, un fare l’eccezione sempre, ora dettata da motivi economici (fondati), ora semplicemente perché a noi non sta bene o ancora per manie di protagonismo individuali o politiche.
L’esigenza di azioni rapide e tempestive, anche se antipatiche e mal sopportabili, è diventata la necessità per metter tutti sullo stesso piano, qualunque fosse la nostra personale visione.
Che valore ha un’economia se un’infezione virale impedisce ai clienti di muoversi? Se una malattia limita le azioni dei miei collaboratori? Gli interventi sono utili, ma lo si deve fare con coraggio e determinazione, e non ora accontentando l’uno, ora l’altro. Bene l’intervento di talune associazioni di categoria che si sono dette pronte al sacrificio: è importante, perché anche se saranno molti a pensarla diversamente, se muoiono i potenziali clienti, io che sono aperto, a chi vendo?
Ora, al di là di queste riflessioni, quello che possiamo imparare da questa crisi è legato alle nuove forme di comportamento che sono state messe in atto dalla potenziale clientela, le quali devono essere focalizzate anche per il futuro.
La multicanalità, tanto citata e propugnata nei convegni o dai mezzi di comunicazione e stampa, è divenuta realtà tangibile davanti ai nostri occhi.
Per il canale florovivaistico (garden center, floricolture, vivai, fioristi, ecc. ecc.), il negozio fisico rimarrà un elemento essenziale ed importante solo se sapremo integrarlo con altro, come, ad esempio, la vendita via web.
Oggi, questa crisi ci ha mostrato i vantaggi del web, dell’essere online e i limiti di essere monocanale sia nella comunicazione che nella vendita (solo vendita fisica). Non farlo comporterà un difficile posizionamento all’interno del mercato.
Con la potenziale clientela, diviene essenziale migliorarla; gli strumenti social sono potenti in momenti nei quali la mobilità fisica è ridotta o bloccata, ma diviene essenziale saperli sfruttare meglio; non post banali, simpatici, piacevoli per qualcuno, ma poco efficienti nelle reazioni che determinano. Un post se ben fatto mira ad una reazione concreta e utile nel medio periodo e non solo quelle a breve (like, condivisioni, commenti, ecc.); per il settore florovivaistico diviene fondamentale dotarsi di strumenti per realizzare post motivanti, accattivanti, funzionali agli obiettivi; certo è bello avere tanti like, incrementi dell’XXX% sulla settimana precedente, questo oltreché bello è anche facile, poiché tutti siamo bloccati in casa e dobbiamo riempire il nostro tempo; ma quando ci muoveremo nuovamente, con modi differenti rispetto al pre-crisi, i nostri post saranno in grado di fermare per un secondo che li legge e motivarlo a visitarci?
È già di per sé stesso complesso, lo sarà ancora di più se non sapremo dare un senso al nostro strumento social ed ai suoi contenuti. Quindi più social, ma come vero strumento di marketing e non perché lo fanno gli altri.
Con l’avanzare della crisi, queste ultime sono state quelle primariamente più colpite; per reagire, anche in questo caso, occorre diventare molto più versatili rispetto solo a ieri: il punto vendita (qualsiasi sia la sua natura) ha la necessità di diventare più multicanale. Pertanto, non solo vendita fisica, nelle serre, in negozio, nel garden center, ma anche online con o senza webshop, con app, con social, ma anche vendite buy and drive, cioè la spesa la fai da casa (app o altri strumenti digitali) e la spesa la ritiri da noi direttamente (questo ovviamente dopo l’emergenza). Questo ultimo caso tra l’altro aggiungerebbe il vantaggio, oltre ad una vendita modernizzata ed al passo con i tempi, anche la possibilità di ritorno del cliente, per ritiro, quindi la creazione di una seconda opportunità di vendita.
La clientela ha sperimentato che acquistare online pagando con strumenti digitali, non è così terribile come sembrava prima che la crisi ci mostrasse la via. Anche in questo caso, il garden center, l’azienda florovivaistica deve evolvere, non solo mettendo il POS nelle serre, ma utilizzando (modalità, commissioni, ecc. le rimandiamo più avanti…) più piattaforme di pagamento, più forme di pagamento per una clientela che di questa esperienza ne sta facendo tesoro ed apprende più rapidamente di noi.
Infine, serve la collaborazione di tutti: c’è molto da lavorare, forse servono altri strumenti che non le sole associazioni di categoria, forse serve un qualcosa di più potente che le raduni tutte in un unico interlocutore si faccia portavoce delle esigenze. L’agricoltura in generale non è unica, non ha le stesse necessità delle sue singole parti. Forse è il caso di pensare (è un esempio) ad una Federazione florovivaistica che riunisca tutte le associazioni con le loro particolarità ed esigenze, che si faccia interprete delle necessità imposte ora da una crisi, domani da altro. Questo oltre i colori di bandiere ed equilibri politici!
In definitiva, una crisi rimane tale tanto più noi non facciamo nulla per reagire; quando sarà passata, diverrà parte del nostro vissuto, della nostra storia comune e personale, ma chi con fiducia in sé stesso, nella propria clientela, a fianco della propria associazione e della propria categoria avrà determinato un cambiamento avrà imparato qualcosa che lo avrà reso più ricco.