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Scade oggi il termine per l'affrancamento delle rendite finanziarie

Scadono oggi i termini per sfruttare l’opzione di affrancamento sulle plusvalenze derivanti da rendite finanziarie. Tale scelta, che andrà comunicata all’intermediario finanziario o alla banca, consentirà di sfruttare un’imposta sostitutiva del 20% per pagare al fisco le imposte sulle plusvalenze maturate e non realizzate al 30 giugno scorso. 

L’affrancamento è una scelta opzionale e per poterne aderire è necessario che il risparmiatore in regime amministrativo invii una comunicazione scritta al proprio intermediario. Nel caso in cui si decida di non avvalersi di tale opzione, la tassazione sarà del 26%, così come stabilito dal D.L. 66/2014 entrato in vigore il 1° Luglio scorso.

In sostanza, l’affrancamento consente di pagare l’imposta sul capital gain di azioni, obbligazioni e derivati con un’aliquota più bassa, come se questi titoli fossero stati venduti il 30 giugno 2014. Nel caso in cui si possiedano più titoli, il risparmiatore deve indicare nella comunicazione alla banca per quale rapporto si sta richiedendo l’affrancamento. Non sarà possibile indicare il singolo titolo da affrancare e pertanto tutti i titoli contenuti nel medesimo rapporto saranno soggetti allo stesso trattamento. Sarà compito della banca, una volta ricevuta comunicazione, occuparsi del pagamento dell’imposta sostitutiva.

Nel caso in ci si trovi in regime dichiarativo, vi è una diversa procedura da seguire. Il contribuente deve versare l’imposta entro il 16 novembre (17 novembre, in quanto il 16 cade di Domenica) e dovrà poi ricordarsi di indicare la scelta nel modello UNICO2015.

Strada ancora diversa nel caso in cui ci si trovi nel risparmio gestito: in tal caso l’affrancamento non è possibile in quanto i redditi vengono tassati in base al momento in cui maturano e non a quelli del realizzo.

Occorre precisare che, come ricordato dalla circolare 19/E/2014, le plusvalenze latenti possono anche essere compensate con le minusvalenze, prima che queste scadano (decorsi 4 anni). Tale possibilità è concessa anche se le plusvalenze oggetto di affrancamento e le minusvalenze non appartengono allo stesso rapporto di titoli, ma purché siano detenuti dallo stesso intermediario.

Si ricorda che non tutti i titoli hanno subito la variazione in aumento della tassazione; infatti per gli interessi e i premi relativi ai titoli pubblici italiani e a quelli ad essi equiparati si continua ad applicare l’aliquota del 12,5%

Infine, precisiamo che la convenienza dell’affrancamento non è concessa a tutti i contribuenti: vi sono una serie di variabili da considerare, quali le minusvalenze già realizzate presenti dal dossier titoli, la loro data di scadenza, l’intenzione del risparmiatore di cedere o meno i titoli plusvalenti in un futuro più o meno prossimo.

 



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