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Per chi è convinto che gli agricoltori non paghino le tasse

Le imprese agricole e gli agricoltori sono spesso accusati di non pagare le tasse. Tuttavia, aldilà di questo luogo comune, basta esaminare la normativa fiscale applicabile al campo agricolo per rendersi conto che le cose non stanno esattamente così.

A tal fine, riteniamo opportuno chiarire alcuni aspetti fiscali proprio per fotografare meglio la situazione.

1.  IRPEF

Per le attività agricole fondamentali (coltivazione di terreni, allevamento di animali e silvicoltura) si applica la determinazione forfetizzata del reddito, calcolata sulla base degli estimi catastali.

Il Fisco, utilizzando tale metodo di determinazione del reddito, riesce sempre ad incassare una quota di imposte sicura e costante nel tempo.

Ovviamente, l’imposta deve essere versata anche quando la remunerazione derivante dal prodotto finale non è in grado di coprire i costi di produzione così come purtroppo avviene negli ultimi anni.

Quando l’attività non è puramente agricola, ma connessa, (vedi agriturismo o attività di lavorazioni con macchine agricole) una parte del fatturato va comunque tassata applicando percentuali di redditività fissa (25%) e senza considerare i costi.

Quando invece si allevano animali, si deve comunque dichiarare un imponibili fiscale da tassare indipendentemente dall’utile e per assurdo si paga anche in presenza di perdite.

2.  IVA

Gli imprenditori agricoli possono determinare l’Imposta sul valore aggiunto adottando due diversi regimi:

  • Regime IVA normale: qui l’imposta è determinata detraendo dall’IVA delle vendite l’IVA degli acquisti.
  • Regime IVA speciale agricolo: qui l’imposta è determinata detraendo dall’IVA delle vendite una quota detta percentuale di compensazione.

La percentuale di compensazione non è un regalo (oggi sono fissate in misura piuttosto bassa), ma compensa l’impossibilità di portare in detrazione l’IVA pagata sugli acquisti.

3.  IRAP

Per le attività agricole fondamentali la base imponibile è determinata dalla differenza tra gli incassi e le spese rilevanti ai fini IVA.

Non sono quindi deducibili le spese per il personale dipendente e gli interessi passivi, al pari di tutte le altre attività economiche.

L’IRAP ha sostituito cinque vecchie imposte che fondamentalmente in agricoltura esistevano solo in parte.

4.  IMU

Questa imposta colpisce direttamente i proprietari dei terreni agricoli.

Per i fabbricati abitativi non è prevista alcuna agevolazione per gli imprenditori agricoli. Viene riconosciuta sui terreni agricoli solo una riduzione della base imponibile, in considerazione della funzione fondamentale che il terreno ha per l’agricoltore.

Detta riduzione è però riservata ai soli agricoltori iscritti quali IAP e CD nella relativa previdenza agricola.

Inoltre gli agricoltori pagano una tassa invisibile giornaliera legata al prezzo dei loro prodotti che vengano gestiti in modo tale da garantirgli la sola sopravvivenza e niente di più perché comunque tutti sappiamo che senza di loro non ci sarebbe vita per nessuno.

 

 



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