Articoli
Tutti gli aggiornamenti, gli approfondimenti e i casi pratici analizzati e realizzati dai nostri esperti in materia agricola, fiscale, economica e del lavoro.
La ventata ambientale ha raggiunto il mondo dell’alimentare. È giunto il momento della carne ottenuta senza gli animali, reclamizzata come parzialmente solutiva del problema del cambiamento climatico e ricetta alimentare per popoli affamati. L’incertezza però è notevole, tant’è che, coraggiosamente, l’Italia s’è schierata per il no, almeno fino a quando non saranno fugati tutti i dubbi.
Il nostro Paese ha fatto una scelta: proibire la carne ottenuta con la coltivazione di cellule animali in laboratorio. Scelta discutibile ma certamente supportata da motivazioni solide. Ma siccome manca una normativa europea in materia di alimenti sintetici, il Governo, nel pieno delle sue responsabilità, ha ritenuto di intervenire precauzionalmente a livello nazionale per tutelare gli interessi legati alla salute, al nostro patrimonio culturale ed alle tradizioni alimentari del nostro Paese. Non in contrasto l’Europa, col programma Horizon-RIA HORIZON, con una decisione definita di “solo livello scientifico” ne finanzia invece lo studio; la proposta è uscita dalla Commissione il dicembre scorso. Non si può negare che il consumatore italiano, non avvezzo a certi distinguo, di fronte a questa apparente contraddizione, rimane però sconcertato dalle due antitetiche prese di posizione. Per chiarezza bisogna però precisare che trattasi solo di due scelte derivanti da linee d’azione diverse. La prima, la nostra, mette le mani avanti per difendere l’italianità di un nostro prodotto, fondamentale per l’economia del Paese e di dubbi risultati sul piano sanitario. La seconda, quella europea, mette anch’essa le mani avanti, ma in un altro senso: prima di prendere decisioni vuole vederci chiaro sulla natura del prodotto per difendere gli interessi dei consumatori, soprattutto dal pericolo di trovarsi di fronte ad un alimento importato da un altro continente.