La Rivista | nº 05 Maggio 2023


Tracce di fitofarmaci in UE: stato dell’arte e conseguenze per l’ambiente e la salute umana

di Andrea Cristaldini, esperto in Sviluppo Rurale Sostenibile

Sono due le certezze che accompagnano e accompagneranno il settore agroalimentare a livello globale: bisogna produrre di più per sfamare una popolazione mondiale in costante crescita e, nel contempo, devono essere necessariamente diffuse pratiche agricole sostenibili, come l’agricoltura biologica, in grado di salvaguardare l’ambiente che ci ospita.

Il modello di agricoltura convenzionale prevede l’utilizzo, spesso in quantità ingenti, di fitofarmaci di origine chimica, di cui fanno parte diversi composti impiegati per controllare gli organismi indesiderati (ad esempio insetti, funghi, batteri, erbe infestanti), regolare la crescita delle piante o conservare i prodotti vegetali. L’utilizzo di fitofarmaci è diffuso anche in contesti non prettamente agricoli, come ad esempio in selvicoltura, nei parchi pubblici, nelle gestione delle erbe infestanti nelle strade e nelle ferrovie ecc.

L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) ha recentemente condiviso un documento dal titolo How pesticides impact human health and ecosystems in Europe” (Come i pesticidi hanno un impatto sulla salute umana e sugli ecosistemi in Europa) (scopri di più), in cui vengono riportate una serie di informazioni sull’impatto che i fitofarmaci hanno sulla nostra salute e sull’ambiente e presentate buone pratiche per ridurne gradualmente l’uso e gestire i rischi associati, senza tuttavia compromettere le produzioni alimentari in termini sia quantitativi che qualitativi. L’utilizzo diffuso e in dosi massicce di fitofarmaci genera delle problematiche sia per l’ambiente (acqua, suolo e aria) che per la salute umana. È noto infatti come l’esposizione umana ai fitofarmaci di origine chimica può essere la causa di patologie croniche (come il cancro), cardiache, respiratorie e neurologiche. Alcune tipologie di fitofarmaci sono considerati interferenti endogeni, responsabili dell’induzione di alterazioni del normale funzionamento ormonale e del sistema endocrino.

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