Aziende agricole a rischio hacker

di Gualtiero Roveda, avvocato

Tradizionalmente il settore finanziario e quello del retail sono stati i bersagli privilegiati degli attacchi informatici per le potenziali opportunità di frode finanziaria e per l’ampia disponibilità di dati sensibili. Più di recente anche settori come quello sanitario e governativo hanno ricevuto attenzione da parte dei criminali informatici. Tuttavia, con l’aumentare in questi ambiti delle misure di sicurezza, gli attacchi hanno riguardato anche soggetti più vulnerabili, ma non meno redditizi. Tra questi, le imprese del settore alimentare si sono mostrate particolarmente attraenti, per i valori economici di rilievo, per la catena di fornitura complessa e per i potenziali pericoli per la salute dei consumatori che le rendono suscettibili a tentativi di estorsione.
La tecnologia sta diventando sempre più fondamentale per le aziende alimentari, consentendo loro di migliorare l’efficienza operativa, gestire il controllo di qualità, garantire la tracciabilità, assicurare la sicurezza alimentare, promuovere il rinnovamento e condurre l’analisi dei dati. Anche le imprese agricole sono interessate dal fenomeno, in quanto l’innovazione tecnologica permette di essere più efficienti, ottimizzando risorse e aumentando la produttività. I vantaggi sono però mitigati dall’interesse rivolto nei loro confronti da parte di hacker malintenzionati. Un recente rapporto dell’Università di Cambridge ha evidenziato il rischio di potenziale hackeraggio di irroratrici automatiche, droni e mietitrebbie robotizzate.

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