Privacy e labour compliance: la procedura di onboarding

di Gualtiero Roveda, avvocato (*)

Le imprese agricole stanno incontrando difficoltà nel reperire e mantenere personale qualificato. Le principali tra le molteplici cause di questo problema sono la scarsa attrattività del settore, percepito come faticoso e poco remunerativo, nonché l’invecchiamento della popolazione, che sta portando a una riduzione della forza lavoro disponibile. Il problema è serio e ha un impatto negativo sulla produttività e competitività del comparto. Per affrontarlo, le imprese devono necessariamente strutturarsi per creare un ambiente di lavoro positivo e motivante, che valorizzi il contributo e il ruolo dei collaboratori. A tal fine, quanto più l’impresa sarà strutturata e conforme alle norme vigenti, tanto più i dipendenti avranno consapevolezza di far parte di una realtà ben organizzata con aspettative di crescita professionale.

1. Privacy e labour compliance

Il rispetto della disciplina privacy e della tutela dei dati è un indice rivelatore della serietà e affidabilità aziendale. La compliance in materia è prova che l’impresa è attenta ai nuovi diritti, alla tecnologia e alle esigenze dei dipendenti. Può essere, pertanto, un fattore non trascurabile per attrarre e trattenere personale qualificato.

2. La procedura di onboarding

L’onboarding è il percorso mediante il quale i nuovi dipendenti vengono inseriti nella nuova realtà lavorativa.
L’esperienza di un nuovo dipendente nei primi giorni di lavoro può avere un impatto significativo sulla sua opinione riguardo all’azienda. Secondo un recente studio dell’agenzia di sondaggi statunitense Gallup, il 78% dei dipendenti ritiene che il processo di onboarding non sia stato gestito in modo efficace. Inoltre, il 43% dei manager aziendali è consapevole di questa inefficienza.

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