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Il settore florovivaistico si trova di fronte ad un periodo di significativi cambiamenti dovuti all’attesa dell’entrata in vigore di nuove leggi, in particolare la Riforma fiscale e la Legge specifica sul florovivaismo. Questi interventi legislativi rappresentano un tentativo di modernizzare e regolamentare un settore che ha un impatto rilevante sia sull'economia che sull'ambiente.
Già in questi ultimi anni questo comparto è stato testimone di diversi interventi da parte del Legislatore che ha introdotto misure di diversa natura per incentivare e coordinare le attività tipiche florovivaistiche. Volendo ricordarne alcune, vi è stato il Decreto 19 ottobre 2022 a sostegno della riduzione dei maggiori costi energetici sostenuti dalle imprese florovivaistiche, che ha previsto risorse pari a 25 milioni di euro.
Inoltre, a causa dell’emergenza COVID-19, il Fondo per il rilancio delle attività economiche aveva previsto 200 milioni di euro per il 2022 per contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di prevenzione e contenimento adottate per l'emergenza epidemiologica. Erano stati concessi aiuti in forma di contributo a fondo perduto a favore delle imprese che svolgevano in via prevalente attività di commercio al dettaglio, tra cui il commercio al dettaglio di fiori, piante, semi, fertilizzanti, ecc.
Non da ultimo, è stato prorogato fino al 2024 il cosiddetto "Bonus verde" con cui si prevede un recupero della spesa sostenuta del 36% per la sistemazione di aree verdi private o condominiali, fino ad un ammontare complessivo non superiore a 5.000 euro per unità immobiliare ad uso abitativo.
Infine, anche nell'ambito del Piano complementare al PNRR, i contratti di filiera e di distretto hanno promosso investimenti con obiettivi di sostenibilità ambientale, compresi quelli portati avanti da azienda florovivaistiche.
È evidente, quindi, che il Legislatore si è parecchio interessato a questo settore e, oltre alle disposizioni sopra citate, i florovivaisti saranno investiti da due nuove leggi di prossima emanazione: la Legge quadro per il florovivaismo scritta dal MASAF e la Riforma fiscale in tema di imposte sui redditi.
Come sappiamo, lo scorso anno il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di Legge delega per costituire un quadro normativo organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento della qualità e dell'utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della filiera florovivaistica.
La norma prevede che nell’esercizio della delega, il Governo si attenga a diversi principi e criteri direttivi. L'obiettivo principale è disciplinare la filiera florovivaistica, includendo attività agricole, industriali e di servizio. È importante definire l'attività agricola florovivaistica in conformità con le disposizioni del Codice Civile e applicare contratti di coltivazione specifici per i vari comparti del settore. Per garantire una migliore gestione del settore, si propone di istituire un ufficio nazionale presso il Ministero dell'Agricoltura per fornire misure di indirizzo e coordinamento, supportato da esperti del tavolo tecnico di settore.
È prevista l'elaborazione di un Piano nazionale quinquennale per il settore florovivaistico, che fungerà da strumento programmatico e strategico. Questo piano dovrà includere azioni per l'aggiornamento normativo, la formazione professionale, la valorizzazione e qualificazione delle produzioni, la ricerca e innovazione tecnologica, la gestione ottimizzata dei fattori produttivi e la promozione di coltivazioni sostenibili. Inoltre, dovrà incentivare certificazioni di processo e di prodotto, l'internazionalizzazione, la logistica e la promozione di iniziative informative a livello europeo.
Per migliorare la competitività e lo sviluppo delle aziende florovivaistiche, saranno promosse azioni innovative per la comunicazione e la promozione dei prodotti. È essenziale predisporre un sistema di rilevazione annuale dei dati statistici del settore, comprendente specie, quantità di prodotto coltivato e prezzi. Saranno pianificate e istituite piattaforme logistiche per macro aree per facilitare la distribuzione dei prodotti verso l'estero.
Sono previste misure per la riconversione degli impianti serricoli in siti agroenergetici e per promuovere un marchio unico distintivo che garantisca le produzioni nazionali. Le imprese agricole specializzate nel giardinaggio e florovivaismo saranno qualificate come centri per il giardinaggio e inserite nella filiera florovivaistica. Verranno definite le figure professionali del settore e il loro inquadramento nel sistema di classificazione delle professioni.
Si favorirà l'aggregazione tra produttori semplificando le procedure di costituzione delle Organizzazioni di Produttori. Le aziende florovivaistiche potranno beneficiare di criteri di premialità nei piani di sviluppo regionale. Saranno disciplinate le condizioni per la produzione di materiali forestali di moltiplicazione nei vivai privati e inclusi anche il vivaismo orticolo e frutticolo per favorire l'innovazione varietale del patrimonio agroalimentare nazionale. Inoltre, si incentiveranno filiere produttive di livello regionale, soprattutto per promuovere la forestazione nei Comuni di minori dimensioni.
Infine, le Amministrazioni Pubbliche potranno definire condizioni agevolate per la locazione di terreni di loro proprietà ai soggetti della filiera florovivaistica, senza creare nuovi oneri per la finanza pubblica, con l'obiettivo di agevolare la produzione di alberature forestali.
Oltre a questi interventi, che in questo momento sono oggetto di trattazione alle Camere, è in ballo anche la bozza dello schema del Decreto attuativo della Riforma delle imposte sui redditi che interviene su più fronti ma ha, come obiettivo principale, l’allineamento tra la disciplina civilistica e quella fiscale, quest’ultima ancora legata al fondo come elemento centrale di tutte le attività agricole (seppur meno rispetto al passato).
Il Legislatore interviene direttamente sulla tassazione ex art. 32 del TUIR, primo comma, superando il perimetro dei “limiti della potenzialità del fondo”.
Grazie a tale modifica legislativa, sarà possibile far rientrare nella definizione di reddito agrario anche i più sofisticati sistemi di produzione vegetale, quali le c.d. vertical farm, le colture idroponiche, ecc., che non hanno necessità di terreni e che possono essere svolti in qualunque luogo (ad esempio in serre, in fabbricati a destinazione agricola, industriale, commerciale e artigianale, oppure dismessi e riconvertiti a tale scopo).
Anche se già in passato era possibile produrre vegetali fuori terra, purché sul fondo, con la riforma si determinerà il reddito dominicale e agrario delle superfici destinate alla produzione di vegetali fuori terra tramite nuove classi e qualità di colture.
Tale previsione risulta di particolare importanza per i florovivaisti poiché l’attività di coltivazione svolta all’interno di edifici urbani potrà determinare un reddito sulla base di nuove ed apposite classi di estimi catastali che ne dovranno definire i valori in termini di redditi dominicali ed agrari.
Questo consentirà sia di poter utilizzare immobili che attualmente risultano in disuso, sia di avvicinare il florovivaista al cliente offrendo nuove opportunità anche dal punto di vista commerciale.
La riforma sui redditi prevede anche la possibilità di far rientrare tra le attività agricole che generano reddito agrario quelle volte alla cessione dei “carbon credit”, ossia quei titoli negoziabili generati dall’impresa agricola tramite riduzioni di emissioni di anidride carbonica o altri gas serra.
In sintesi, il settore florovivaistico è chiamato ad affrontare un periodo di transizione complesso, ma potenzialmente ricco di opportunità. Le nuove leggi potrebbero fungere da catalizzatore per un'evoluzione positiva del settore, promuovendo pratiche più sostenibili, innovative e orientate alla qualità. Le aziende che riusciranno ad adattarsi e a sfruttare le nuove normative a loro favore avranno l'opportunità di emergere più forti e competitive in un mercato sempre più attento alla sostenibilità e alla qualità dei prodotti.