Tra le ultime pieghe dei lavori per la formazione della Legge di Bilancio potrebbe esserci spazio per alcune novità in materia di percentuali di compensazione IVA, riproponendo per il settore del legno misure simili a quelle contenute nella Legge di Stabilità 2016 (L. 208/2015) per il latte ed i suoi derivati.
Nuove percentuali di compensazione per la legna
Le misure che dovrebbero trovare posto nella prossima Legge di Bilancio dovrebbero riguardare le percentuali di compensazione applicabili al legno e alla legna da ardere, le quali saranno elevate a vantaggio dei contribuenti.
La misura esatta dell’aumento sarà determinata dal solito decreto interministeriale (MEF e MIPAAFT) da emanare entro il 31 gennaio 2019, ma la soglia dell’aumento di spesa pubblica è fissata in un milione di euro. Va evidenziato che, salvo modifiche, l’intervento dovrebbe andare a regime in pianta stabile e non dovrebbe avere durata limitata come quello previsto per le cessioni di suini e bovini vivi.
Attualmente, la disciplina IVA prevede che:
- alle cessioni di legna da ardere in tondelli, ceppi, ramaglie o fascine, nonché per i cascami di legno compresa la segatura si applica l’aliquota del 10% e la percentuale di compensazione al 2%;
- alle cessioni di legno rozzo, anche scortecciato o semplicemente sgrossato, si applicano l’aliquota del 22% e la percentuale di compensazione al 2%;
- alle cessioni di legno semplicemente squadrato, escluso il legno tropicale, si applicano l’aliquota del 22% e la percentuale di compensazione al 2%.
Emergenza decreto per suini e bovini vivi
Come noto, la L. 208/2015 ha previsto l’innalzamento delle percentuali di compensazione per le cessioni di suini e bovini vivi, le quali sono state poi prorogate dalla Legge di Bilancio 2018 anche per gli anni 2018, 2019 e 2020.
Per il prossimo anno, però, è necessario che venga riapprovato l’apposito decreto ministeriale che potrebbe confermare le percentuali di compensazione del 7,65% per i bovini e del 7,95% per i suini o modificarle.
Negli ultimi anni, tale decreto è sempre giunto in maniera tardiva: nel 2016 è stato pubblicato in Gazzetta a febbraio; nel 2017 e nel 2018 addirittura nel mese di marzo.
La speranza è che, in vista del 2019, il Governo sia maggiormente sollecito nell’approvazione di tale DM: in primis, perché senza tale decreto gli allevatori dovranno tornare ad applicare le percentuali di compensazione precedentemente utilizzate (rispettivamente il 7% e il 7,30%); in seconda battuta perché nel marasma generale che si creerà con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica obbligatoria, pare davvero sconveniente aggiungere un altro fattore di complessità nella vita delle aziende.
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