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Con il Decreto Crescita, il Governo vuole intervenire con misure volte a tutelare la competitività delle imprese e del Sistema-Paese Italia attraverso la valorizzazione Made in Italy.
Il “brand” del Made in Italy rappresenta un importante valore di cui beneficiano le imprese italiane, in particolare per quelle imprese che vendono all’estero.
L’articolo 32 del Decreto introduce delle misure volte alla tutela dei marchi storici: i titolari di marchi d’impresa registrati da almeno cinquant’anni, aventi un’attività produttiva localizzata in Italia, potranno ottenere la registrazione in un apposito registro che sarà istituito presso l’Ufficio brevetti e marchi.
Inoltre, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali e mantenere la prosecuzione delle attività produttive entro i confini nazionali, è prevista l’istituzione presso il MISE di un fondo di 100 milioni per la tutela dei marchi storici.
Sarà anche istituito un logo specifico per individuare tali imprese al fine di poterlo spendere per finalità commerciali e promozionali.
Le imprese titolari o licenziatarie di un marchio storico registrate nell’apposito registro dovranno notificare al MISE le informazioni relative al progetto di chiusura o delocalizzazione dell’impresa. Tale notifica dovrà portare, in caso di infruttuosa o diversa soluzione, ad una collaborazione tra l’impresa ed il Ministero per l’individuazione di attività sostitutive per la reindustrializzazione e l’utilizzo del marchio storico.
I termini e le modalità di tale collaborazione dovranno essere fissati con un apposito decreto tra MISE e Ministero del Lavoro.
L’utilizzo del tricolore associato alla dicitura Made in Italy sarà concesso dallo Stato tramite un “contrassegno” alle imprese che producono beni sul territorio nazionale.
L’utilizzo di questo contrassegno che sarà disciplinato con appositi decreti dal MISE non sarà imposto, ma sarà a discrezione delle imprese.
Al MISE competerà stabilire:
Il Decreto introduce il divieto di registrazione di segni riconducibili alle forze dell’ordine o alle forze armate e di segni o immagini lesivi della reputazione dell’Italia.
Il c.d. “italian sounding” è un fenomeno molto diffuso che colpisce in particolare i nostri prodotti tipici e si fonda sull’adozione misure comunicative (nomi, colori, frasi, immagini ecc.) che inducono il consumatore a considerare un prodotto “italiano” quando invece non lo è, determinando una sleale concorrenza e sottraendo alle imprese italiane una significativa fetta di mercato.
Tra le misure previste per contrastare questo fenomeno vi è l’adozione di un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per la tutela legale dei proprio prodotti (anche agroalimentari). Tale credito sarà riconosciuto ai consorzi nazionali che operano su mercati esteri al fine di tutelare l’originalità del prodotto italiano e non potrà superare annualmente i 30.000 euro per beneficiario.
Il Decreto interviene anche con una modifica dell’art. 55 del codice della proprietà industriale (D.Lgs. 30/2005) prevedendo che “la domanda interazionale depositata ai sensi del Trattato di cooperazione in materia di brevetti […], contenente la designazione o l’elezione dell’Italia, indipendentemente dalla designazione dell’Organizzazione europea dei brevetti per la concessione di un brevetto europeo, equivale ad una domanda di brevetto per invenzione industriale o per modello di utilità depositata in Italia alla stessa data, e ne produce gli effetti, se entro 30 giorni dalla data di deposito, o di priorità, ove rivendicata, viene depositata presso l’ufficio Italiano brevetti e marchi una richiesta di apertura della procedura nazionale di concessione del brevetto italiano”.
Ciò consentirà, a chi intende presentare una domanda internazionale di brevetto, di avvalersi della procedura di esame presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi.
Infine, tra le altre misure previste vi è la promozione di marchi collettivi o di certificazione sui mercati esteri e aiuti alle startup che intendono valorizza e tutelare le proprie invenzioni tramite brevetto.
Con tali misure si intende incentivare e porre maggiore attenzione alla tutela della proprietà industriale attraverso la registrazione di marchi, brevetti e disegni.