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Una delle storiche piaghe italiane è l’ingente valore delle attività che sfuggono alla fiscalità, spesso anche prodotto di attività criminali. Ma la ricchezza prodotta non può volatilizzarsi, così l’attenzione dell’amministrazione si concentra anche sul controllo dei movimenti finanziari.
Gli strumenti per tali controlli sono stati previsti dal decreto “Salva Italia” del Governo Monti con Il D.L. 201/2011 e dalla normativa in tema di antiriciclaggio.
L’art. 11 del decreto 201/2011 ha stabilito che, a partire dall’anno 2012, gli operatori finanziari sono tenuti all’invio dei dati relativi alle movimentazioni finanziarie all’anagrafe tributaria al fine di poterli utilizzare per i controlli fiscali.
Tali informazioni sono quindi utilizzate dall’Agenzia delle Entrate in coordinamento con la Guardia di Finanza e consentono, grazie all’incrocio delle banche dati dell’Amministrazione, di fare emergere posizioni anomale.
Con il provvedimento 669173/2019, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato l’avvio dell’attività di sperimentazione di una procedura di analisi del rischio evasione per le società di persone e di capitali basata, appunto, sull’utilizzo integrato delle informazioni comunicate dagli operatori all’archivio dei rapporti finanziari e degli altri elementi presenti in Anagrafe tributaria.
In base a tale procedura, le società per le quali emergeranno delle incoerenze rispetto ai ricavi ed ai volumi d’affari dichiarati negli anni 2016 e 2017 saranno selezionabili per l’effettuazione delle ordinarie attività di controllo.
Gli elenchi delle “posizioni sospette” saranno quindi trasmessi alle Direzioni regionali e provinciali che dovranno valutarle al fine dell’avvio dei controlli.
Per ogni posizione segnalata, gli uffici periferici dovranno restituire una scheda di feedback attraverso un’apposita procedura informatica.
Affinata questa metodica per le società, il passaggio al controllo delle persone fisiche appare un’evoluzione naturale dello strumento.
A settembre scadono i termini anche per un’ulteriore attività di controllo prevista dalla normativa antiriciclaggio, in particolare quella relativa ai prelievi e ai versamenti di importo superiore ai 10.000 euro. Limite che fino ad ora era fissato in 15.000 euro.
Il limite mensile di 10.000 euro si considera superato anche se si effettuano movimentazioni complessivamente superiori a tale limite attraverso più operazioni singolarmente pari o superiori a 1.000 euro.
Banche, uffici postali e gli altri istituti di pagamento dovranno comunicare il primo flusso delle movimentazioni che hanno superato i nuovi limiti entro il prossimo 15 settembre e comprenderà le mensilità da aprile a luglio.
I dati saranno elaborati dalla UIF (Unita di informazione finanziaria) che metterà a disposizione i risultati degli studi effettuati alle autorità competenti.
L'adempimento degli obblighi di segnalazione di operazioni sospette è presidiato da garanzie di riservatezza.
Si prevede che la mole di dati che dovrà essere trasmessa sia veramente ingente dato che in Italia l’utilizzo del contante è ancora estremamente diffuso. Si stima che circa l’80% dei pagamenti venga ancora effettuato utilizzando banconote e monete.
I controlli finanziari saranno sempre più fondamentali per contrastare l’evasione e le attività criminali.
Se da un lato le informazioni disponibili all’amministrazione sono sempre più tempestive e capillari (fatture elettroniche, corrispettivi telematici, comunicazione dei flussi finanziari da parte degli operatori, ecc.) dovrà essere posta grande attenzione ai nuovi mezzi di pagamento che si stanno introducendo e che potrebbero rendere meno trasparente la ricostruzione dei flussi finanziari.